Studio complessivo del rapporto fra i modi di argomentare dei giuristi e considerazioni economiche. Punti di partenza della ricerca sono: la notevole pertinenza del diritto romano privato e pubblico a fatti economici; il condizionamento esercitato da valori etico-sociali, nella società romana, sulle scelte di allocazione della ricchezza, in direzione diversa dalla massimizzazione del valore; la contestuale esistenza di saperi professionali orientati invece al perseguimento del lucro. Questi tre punti (i primi due ben noti, il terzo meno) definiscono le coordinate entro le quali viene affrontato il tema centrale, ossia se i giuristi romani abbiano o meno disciplinato le attività umane di rilievo patrimoniale tenendo conto di obiettivi di efficienza dell’allocazione e massimizzazione del valore e basandosi sul ‘pensiero economico’ in qualche misura disponibile. La conclusione è che i giuristi (e anche gli imperatori almeno fino al II secolo d.C.) tendono a usare il diritto - in particolare, il criterio dell'aequitas e anche dell'utilitas - come criterio per compiere scelte che, nella prospettiva moderna, sarebbero invece realizzate sulla base di criteri economici. Il diritto romano funge perciò da "economia morale". Lo studio, nella prima parte, affronta inoltre un aspetto, quasi speculare rispetto al primo: considerato che il diritto verte spesso su rapporti di rilevanza economica (che è uno dei punti di partenza della ricerca), i testi del diritto romano possono essere impiegati come fonti per la storia economica romana? Si discutono i limiti di quest'uso e alcuni possibili rimedi sul piano del metodo. Nell'insieme, il contributo mira ad affrontare, non in astratto, ma sul piano dei testi e dei contenuti di pensiero, la questione delicata dell'autonomia del pensiero giuridico o del suo radicamento nel contesto socio-economico.

Giuristi romani e storia dell’economia antica. Elementi per una dialettica

dario giuseppe mantovani
2021-01-01

Abstract

Studio complessivo del rapporto fra i modi di argomentare dei giuristi e considerazioni economiche. Punti di partenza della ricerca sono: la notevole pertinenza del diritto romano privato e pubblico a fatti economici; il condizionamento esercitato da valori etico-sociali, nella società romana, sulle scelte di allocazione della ricchezza, in direzione diversa dalla massimizzazione del valore; la contestuale esistenza di saperi professionali orientati invece al perseguimento del lucro. Questi tre punti (i primi due ben noti, il terzo meno) definiscono le coordinate entro le quali viene affrontato il tema centrale, ossia se i giuristi romani abbiano o meno disciplinato le attività umane di rilievo patrimoniale tenendo conto di obiettivi di efficienza dell’allocazione e massimizzazione del valore e basandosi sul ‘pensiero economico’ in qualche misura disponibile. La conclusione è che i giuristi (e anche gli imperatori almeno fino al II secolo d.C.) tendono a usare il diritto - in particolare, il criterio dell'aequitas e anche dell'utilitas - come criterio per compiere scelte che, nella prospettiva moderna, sarebbero invece realizzate sulla base di criteri economici. Il diritto romano funge perciò da "economia morale". Lo studio, nella prima parte, affronta inoltre un aspetto, quasi speculare rispetto al primo: considerato che il diritto verte spesso su rapporti di rilevanza economica (che è uno dei punti di partenza della ricerca), i testi del diritto romano possono essere impiegati come fonti per la storia economica romana? Si discutono i limiti di quest'uso e alcuni possibili rimedi sul piano del metodo. Nell'insieme, il contributo mira ad affrontare, non in astratto, ma sul piano dei testi e dei contenuti di pensiero, la questione delicata dell'autonomia del pensiero giuridico o del suo radicamento nel contesto socio-economico.
2021
9788828834472
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1516437
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact