Il saggio muove dalla pluralità di dimensioni acquisite dai fenomeni dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura e indaga il ruolo che la regolamentazione normativa di taluni istituti giuridici esercita sulla causazione del fenomeno, minando l’effettività delle tutele predisposte dall’ordinamento. Dopo aver esaminato la previsione penale dedicata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.) e averne ricostruito i confini rispetto ad altre fattispecie attigue, il contributo si sofferma anzitutto sulla «dimensione sociale» di tali fenomeni, evidenziando le principali criticità sollevate dalla disciplina previdenziale della disoccupazione agricola e da quella migratoria (quest’ultima anche alla luce delle ultime novità intervenute con il d.l. n. 20/2023, conv. dalla l. n. 50/2023, e con il d.l. n. 145/2024, ancora in attesa di conversione). L’analisi si concentra poi sulle più recenti soluzioni proposte a livello nazionale per contrastare tali fenomeni e le distorsioni interne alla food chain, valutandone l’opportunità e le potenzialità. Alla «dimensione economica o di filiera» del caporalato e dello sfruttamento del lavoro e alla responsabilizzazione degli attori della catena produttiva è, in particolare, dedicata l’ultima parte del contributo. A questo proposito, l’a. si propone di verificare se nel contesto normativo attuale sia possibile fondare un dovere giuridico in capo alla società al vertice della filiera di controllare l’adeguatezza degli assetti organizzativi lungo tutta la catena di approvvigionamento. In attesa di poter valutare l’impatto della direttiva n. 2024/1760/UE in materia di Corporate Sustainability Due Diligence, il saggio si confronta dunque con la disciplina del diritto commerciale e offre alcuni spunti di riflessione a partire dalla responsabilità amministrativa degli enti ex d.lgs. n. 231/2001 e dall’art. 2086, secondo comma, c.c. The essay moves from the plurality of dimensions acquired by the phenomena of labor exploitation and illicit intermediation in agriculture and investigates the role that the normative regulation of certain legal institutions exerts on the causation of the phenomenon, undermining the effectiveness of the protections provided by the legal system. After the examination of the criminal provision dedicated to illicit intermediation and exploitation of labor (Article 603-bis of the Criminal Code) and reconstructing its boundaries with respect to other adjoining cases, the contribution focuses first of all on the «social dimension» of these phenomena, highlighting the main critical issues raised by the social security regulations of agricultural unemployment benefit and immigration (the latter also in the light of the latest innovations made by d.l. no. 20/2023, conv. by l. no. 50/2023, and by d.l. no. 145/2024, still awaiting conversion). The analysis then focuses on the most recent solutions proposed at the national level to counter these phenomena and internal distortions within the food chain, assessing their appropriateness and potential. The last part of the essay is dedicated to the «economic or supply chain dimension» of illicit intermediation and labor exploitation and the liability of the actors in the agri-food supply chain. In this regard, the a. proposes to examine whether in the current legal framework it is possible to ground a legal duty on the company at the top of the supply chain to control the adequacy of organizational arrangements throughout the supply chain. While waiting to be able to assess the impact of Directive No. 2024/1760/EU on Corporate Sustainability Due Diligence, the essay therefore confronts the discipline of commercial law and offers some insights starting from the administrative liability of entities under Legislative Decree No. 231/2001 and from the Article 2086, second paragraph, Civil Code.

Tra prevenzione e repressione: il contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato in agricoltura

de michiel francesca
2024-01-01

Abstract

Il saggio muove dalla pluralità di dimensioni acquisite dai fenomeni dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura e indaga il ruolo che la regolamentazione normativa di taluni istituti giuridici esercita sulla causazione del fenomeno, minando l’effettività delle tutele predisposte dall’ordinamento. Dopo aver esaminato la previsione penale dedicata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.) e averne ricostruito i confini rispetto ad altre fattispecie attigue, il contributo si sofferma anzitutto sulla «dimensione sociale» di tali fenomeni, evidenziando le principali criticità sollevate dalla disciplina previdenziale della disoccupazione agricola e da quella migratoria (quest’ultima anche alla luce delle ultime novità intervenute con il d.l. n. 20/2023, conv. dalla l. n. 50/2023, e con il d.l. n. 145/2024, ancora in attesa di conversione). L’analisi si concentra poi sulle più recenti soluzioni proposte a livello nazionale per contrastare tali fenomeni e le distorsioni interne alla food chain, valutandone l’opportunità e le potenzialità. Alla «dimensione economica o di filiera» del caporalato e dello sfruttamento del lavoro e alla responsabilizzazione degli attori della catena produttiva è, in particolare, dedicata l’ultima parte del contributo. A questo proposito, l’a. si propone di verificare se nel contesto normativo attuale sia possibile fondare un dovere giuridico in capo alla società al vertice della filiera di controllare l’adeguatezza degli assetti organizzativi lungo tutta la catena di approvvigionamento. In attesa di poter valutare l’impatto della direttiva n. 2024/1760/UE in materia di Corporate Sustainability Due Diligence, il saggio si confronta dunque con la disciplina del diritto commerciale e offre alcuni spunti di riflessione a partire dalla responsabilità amministrativa degli enti ex d.lgs. n. 231/2001 e dall’art. 2086, secondo comma, c.c. The essay moves from the plurality of dimensions acquired by the phenomena of labor exploitation and illicit intermediation in agriculture and investigates the role that the normative regulation of certain legal institutions exerts on the causation of the phenomenon, undermining the effectiveness of the protections provided by the legal system. After the examination of the criminal provision dedicated to illicit intermediation and exploitation of labor (Article 603-bis of the Criminal Code) and reconstructing its boundaries with respect to other adjoining cases, the contribution focuses first of all on the «social dimension» of these phenomena, highlighting the main critical issues raised by the social security regulations of agricultural unemployment benefit and immigration (the latter also in the light of the latest innovations made by d.l. no. 20/2023, conv. by l. no. 50/2023, and by d.l. no. 145/2024, still awaiting conversion). The analysis then focuses on the most recent solutions proposed at the national level to counter these phenomena and internal distortions within the food chain, assessing their appropriateness and potential. The last part of the essay is dedicated to the «economic or supply chain dimension» of illicit intermediation and labor exploitation and the liability of the actors in the agri-food supply chain. In this regard, the a. proposes to examine whether in the current legal framework it is possible to ground a legal duty on the company at the top of the supply chain to control the adequacy of organizational arrangements throughout the supply chain. While waiting to be able to assess the impact of Directive No. 2024/1760/EU on Corporate Sustainability Due Diligence, the essay therefore confronts the discipline of commercial law and offers some insights starting from the administrative liability of entities under Legislative Decree No. 231/2001 and from the Article 2086, second paragraph, Civil Code.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1516890
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