Una rosa (non) è una rosa. Traducibilità imperfetta e critica del realismo ingenuo nei Quaderni del carcere

L’obiettivo del saggio è quello di istituire un nesso logico-cronologico tra l’emergere nella riflessione carceraria gramsciana del tema della traducibilità, e dei suoi limiti, e della critica al realismo ingenuo del marxismo dogmatico, che nei Quaderni viene attribuito a Bucharin ma che trae la sua origine dall’assunto del Lenin di Materialismo ed empiriocriticismo di una «realtà obiettiva esistente indipendentemente dalla coscienza umana e rispecchiata in essa». Questo si lega a sua volta alla critica del determinismo economicistico del marxismo sedicente ortodosso, derivato da un’interpretazione letterale della concezione materialistica della storia formulata nella Prefazione del 1859, con particolare riferimento ai rapporti tra struttura e superstrutture, nell’ambito di un più generale ripensamento del pensiero di Marx in chiave di filosofia della prassi che supera dialetticamente ogni dualismo.