Il contributo prende spunto dal ritrovamento di un’inedita Deposizione di Cristo nel sepolcro, appartenente alla fase avanzata della carriera di Girolamo Romanino (Brescia, 1484/1487-1560), intorno ai primi anni Quaranta del Cinquecento. Allo stesso momento viene ricondotta una Madonna col Bambino già nella collezione Noseda a Milano, finora conosciuta solo attraverso vecchie riproduzioni in bianco e nero. L’analisi delle due opere favorisce una messa a fuoco di questa stagione dell’artista, nella quale Romanino si cimenta in un linguaggio di disadorna e commossa immediatezza, indifferente alle prerogative del ‘buon disegno’ cinquecentesco e alle ricerche formali del Manierismo.

Per la maturità di Romanino: una nuova ‘Deposizione’ e una ‘Madonna col Bambino’ da riconsiderare

Francesco Frangi
2025-01-01

Abstract

Il contributo prende spunto dal ritrovamento di un’inedita Deposizione di Cristo nel sepolcro, appartenente alla fase avanzata della carriera di Girolamo Romanino (Brescia, 1484/1487-1560), intorno ai primi anni Quaranta del Cinquecento. Allo stesso momento viene ricondotta una Madonna col Bambino già nella collezione Noseda a Milano, finora conosciuta solo attraverso vecchie riproduzioni in bianco e nero. L’analisi delle due opere favorisce una messa a fuoco di questa stagione dell’artista, nella quale Romanino si cimenta in un linguaggio di disadorna e commossa immediatezza, indifferente alle prerogative del ‘buon disegno’ cinquecentesco e alle ricerche formali del Manierismo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1522375
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