Numeri, lettere, giudizi. È difficile immaginare la scuola senza voti, simbolo di una cultura diffusa che si autolegittima. Essi riguardano la dimensione didattica come quella organizzativa, la certificazione come l’esortazione, il respingimento come la promozione. In questa cabala si riconoscono docenti, studenti e famiglie, intenti, giorno dopo giorno, a celebrare un rito, con le sue formule, i suoi incensi, le sue vittime sacrificali. Il volume ricostruisce per la prima volta in Italia la complessa e articolata vicenda della valutazione scolastica, dalle università medievali alle cosiddette “scuole senza voto” odierne. Una storia che guarda al presente per cercare di capirlo, districandosi in quel groviglio di elementi tra loro disuguali a cui diamo da secoli il titolo, odiato e glorificato, di voto.
Storia critica del voto scolastico
Matteo Morandi
2025-01-01
Abstract
Numeri, lettere, giudizi. È difficile immaginare la scuola senza voti, simbolo di una cultura diffusa che si autolegittima. Essi riguardano la dimensione didattica come quella organizzativa, la certificazione come l’esortazione, il respingimento come la promozione. In questa cabala si riconoscono docenti, studenti e famiglie, intenti, giorno dopo giorno, a celebrare un rito, con le sue formule, i suoi incensi, le sue vittime sacrificali. Il volume ricostruisce per la prima volta in Italia la complessa e articolata vicenda della valutazione scolastica, dalle università medievali alle cosiddette “scuole senza voto” odierne. Una storia che guarda al presente per cercare di capirlo, districandosi in quel groviglio di elementi tra loro disuguali a cui diamo da secoli il titolo, odiato e glorificato, di voto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


