La lettura del passato attraverso il solo prisma del presente può assumere diverse fisionomie. La più evidente è quella che deriva dall’applicazione di categorie etico-morali contemporanee in funzione valutativo-discriminante di un qualche aspetto di posizioni culturali passate e che è alla radice delle diverse forme di cancel culture a cui si assiste (anche in ambito accademico) in questi ultimi anni. Al presentismo possono tuttavia essere assimilate anche prospettive apparentemente meno eclatanti eppure non meno delicate quali per esempio la negazione aperta (o, più sottilmente, la messa tra parentesi) della prospettiva storica che, magari sulla base di rispettabilissime pretese di cautela scientifica, pretendono di negare al ricercatore contemporaneo la possibilità di leggere, seppur criticamente, le manifestazioni culturali di quel passato attraverso categorie ermeneutiche originatesi in quello stesso passato. A esempio di tutto ciò l’articolo porta il caso dell’organizzazione dello spazio sonoro della cosiddetta ‘polifonia classica’ e illustra come l’autore, in collaborazione con Marco Mangani abbia proposto di riannodare i fili di un ‘presentismo inevitabile’ con una seria considerazione delle categorie teoriche di quella stessa cultura, in modo da impostare υn dialogo con il passato a partire dal presente e con le domande del presente ma senza affievolire in alcun modo la prospettiva e la coscienza storica.

L’organizzazione dello spazio sonoro della polifonia rinascimentale: un precoce caso di ‘presentismo’ nella storia della musicologia?

Daniele Sabaino
2024-01-01

Abstract

La lettura del passato attraverso il solo prisma del presente può assumere diverse fisionomie. La più evidente è quella che deriva dall’applicazione di categorie etico-morali contemporanee in funzione valutativo-discriminante di un qualche aspetto di posizioni culturali passate e che è alla radice delle diverse forme di cancel culture a cui si assiste (anche in ambito accademico) in questi ultimi anni. Al presentismo possono tuttavia essere assimilate anche prospettive apparentemente meno eclatanti eppure non meno delicate quali per esempio la negazione aperta (o, più sottilmente, la messa tra parentesi) della prospettiva storica che, magari sulla base di rispettabilissime pretese di cautela scientifica, pretendono di negare al ricercatore contemporaneo la possibilità di leggere, seppur criticamente, le manifestazioni culturali di quel passato attraverso categorie ermeneutiche originatesi in quello stesso passato. A esempio di tutto ciò l’articolo porta il caso dell’organizzazione dello spazio sonoro della cosiddetta ‘polifonia classica’ e illustra come l’autore, in collaborazione con Marco Mangani abbia proposto di riannodare i fili di un ‘presentismo inevitabile’ con una seria considerazione delle categorie teoriche di quella stessa cultura, in modo da impostare υn dialogo con il passato a partire dal presente e con le domande del presente ma senza affievolire in alcun modo la prospettiva e la coscienza storica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1533038
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