Il saggio ricostruisce i cardini del pensiero armonico di Aleksandr Skrjabin nella fase di sperimentazione e ridefinizione stilistica che trova il suo punto di svolta nel "Prométhée" (1910). Viene esaminata la genesi dell'accordo mistico mettendo alla prova la pertinenza dei riferimenti teosofici cari al compositore: il concetto di aura e la metafora alchemica, come segno di una materia sublimata in energia luminosa. Al centro dell'indagine c'è il passaggio all'orizzonte post-tonale, ossia il nuovo rapporto che si instaura tra consonanza e dissonanza, diatonismo e cromatismo, movimento e stasi. La seconda parte del saggio approfondisce, attraverso l'analisi della Sesta sonata (1911), l'impatto della teoria armonica di Skrjabin sulla gestione della forma. Particolare rilievo viene dato alle reminiscenze wagneriane del "Tristan", che modellano tanto la struttura dei temi quanto la loro semantica.
Processi alchemici. Materia e funzione nell'armonia del tardo Skrjabin
Francesco Fontanelli
2025-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce i cardini del pensiero armonico di Aleksandr Skrjabin nella fase di sperimentazione e ridefinizione stilistica che trova il suo punto di svolta nel "Prométhée" (1910). Viene esaminata la genesi dell'accordo mistico mettendo alla prova la pertinenza dei riferimenti teosofici cari al compositore: il concetto di aura e la metafora alchemica, come segno di una materia sublimata in energia luminosa. Al centro dell'indagine c'è il passaggio all'orizzonte post-tonale, ossia il nuovo rapporto che si instaura tra consonanza e dissonanza, diatonismo e cromatismo, movimento e stasi. La seconda parte del saggio approfondisce, attraverso l'analisi della Sesta sonata (1911), l'impatto della teoria armonica di Skrjabin sulla gestione della forma. Particolare rilievo viene dato alle reminiscenze wagneriane del "Tristan", che modellano tanto la struttura dei temi quanto la loro semantica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


