L’articolo prende in esame due fogli conservati nella Christ Church Picture Gallery di Oxford e tradizionalmente attribuiti a Pirro Ligorio: le 38 piccole figure che, complessivamente, riempiono i due fogli sono state sinora interpretate come esercitazioni da gemme o sculture antiche, ma si è anche pensato a studi iconografici per alcuni apparati decorativi effimeri, progettati da Ligorio nella seconda metà del Cinquecento. L’analisi stilistica che qui si propone e quella paleografica, condotta sulle didascalie che accompagnano i disegni, sembrano invece suggerire la mano dell’artista ferrarese Girolamo da Carpi, anche lui alle dipendenze del cardinale Ippolito II d’Este. Se le fonti scritte e i documenti di archivio ci dicono poco sulla comune attività dei due artisti per il cardinale, questi fogli di Oxford ci lasciano intravedere un reciproco e intenso scambio di idee, soprattutto sul tema delle allegorie ‘all’antica’. L’articolo identifica, per la prima volta, quasi tutti i modelli delle figure disegnate sui due fogli, tutte desunte da diritti e (soprattutto) rovesci di monete romane di età imperiale: le stesse monete che Ligorio studia e disegna nei suoi codici numismatici di Napoli e di Torino, ancora in gran parte inediti. Si tratta, per la maggior parte, di figure allegoriche, soprattutto femminili: un campionario di immagini di grande utilità sia per Ligorio che per Girolamo da Carpi, impegnati entrambi nella elaborazione di iconografie simboliche per la casa d’Este. Proprio alla metà del Cinquecento il Ligorio stava lavorando all’allegoria della Patientia, da inserire nella decorazione pittorica di Villa d’Este, e nel Taccuino Romano di Girolamo da Carpi, degli stessi anni, si trova la personificazione di questa virtù, con attributi simili a quelli ligoriani: una figura vicina stilisticamente e concettualmente a quelle dei disegni di Oxford.

Studi antiquari di Pirro Ligorio e Girolamo da Carpi: intorno alle «medaglie» degli antichi romani

Anna Maria Riccomini;
2024-01-01

Abstract

L’articolo prende in esame due fogli conservati nella Christ Church Picture Gallery di Oxford e tradizionalmente attribuiti a Pirro Ligorio: le 38 piccole figure che, complessivamente, riempiono i due fogli sono state sinora interpretate come esercitazioni da gemme o sculture antiche, ma si è anche pensato a studi iconografici per alcuni apparati decorativi effimeri, progettati da Ligorio nella seconda metà del Cinquecento. L’analisi stilistica che qui si propone e quella paleografica, condotta sulle didascalie che accompagnano i disegni, sembrano invece suggerire la mano dell’artista ferrarese Girolamo da Carpi, anche lui alle dipendenze del cardinale Ippolito II d’Este. Se le fonti scritte e i documenti di archivio ci dicono poco sulla comune attività dei due artisti per il cardinale, questi fogli di Oxford ci lasciano intravedere un reciproco e intenso scambio di idee, soprattutto sul tema delle allegorie ‘all’antica’. L’articolo identifica, per la prima volta, quasi tutti i modelli delle figure disegnate sui due fogli, tutte desunte da diritti e (soprattutto) rovesci di monete romane di età imperiale: le stesse monete che Ligorio studia e disegna nei suoi codici numismatici di Napoli e di Torino, ancora in gran parte inediti. Si tratta, per la maggior parte, di figure allegoriche, soprattutto femminili: un campionario di immagini di grande utilità sia per Ligorio che per Girolamo da Carpi, impegnati entrambi nella elaborazione di iconografie simboliche per la casa d’Este. Proprio alla metà del Cinquecento il Ligorio stava lavorando all’allegoria della Patientia, da inserire nella decorazione pittorica di Villa d’Este, e nel Taccuino Romano di Girolamo da Carpi, degli stessi anni, si trova la personificazione di questa virtù, con attributi simili a quelli ligoriani: una figura vicina stilisticamente e concettualmente a quelle dei disegni di Oxford.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1538635
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