L’utilizzo del metodo chimico con tracciante fluorescente per la misura della portata di torrenti alpini permette di ottenere valori sufficientemente affidabili per essere utilizzati nel calcolo di bilancio idrogeologico. Il metodo risulta adatto alle particolari condizioni idrologiche dei torrenti alpini, caratterizzate da moto turbolento, dalla presenza di massi, cascatelle e rapide lungo l’alveo, che impediscono di utilizzare metodi classici di misura della portata con mulinelli o stramazzi. L’errore del metodo è stato valutato in un canale con flusso laminare rettilineo, ed è risultato inferiore al 6%. Lo studio dimostra, inoltre, l’utilità dell’integrare queste misure di portata nei corsi d’acqua con metodi di analisi geochimica delle acque superficiali e sotterranee, in particolare ai fini della comprensione del modello idrogeologico concettuale. In questi casi i due metodi possono essere definiti complementari. Per quanto riguarda il caso specifico del vallone di Roy, lo studio ha portato all’elaborazione di un modello idrogeologico concettuale e ad un bilancio idrogeologico del vallone. L’alimentazione del torrente riceve un apporto consistente di acque sotterranee poco mineralizzate provenienti dalla DGPV del versante destro. Lo studio geochimico ha permesso di quantificare questo apporto in circa il 70% alla portata totale del torrente, sia in periodo di minimo che di massimo idrologico. Tale apporto proviene principalmente dal lobo di monte della DGPV, che presenta uno stadio evolutivo più avanzato.

Misure di portata con metodo chimico per diluizione e calcolo del bilancio idrogeologico in torrenti alpini: esempio di applicazione nel Vallone di Roj (Alpi Occidentali).

SACCHI, ELISA
2009-01-01

Abstract

L’utilizzo del metodo chimico con tracciante fluorescente per la misura della portata di torrenti alpini permette di ottenere valori sufficientemente affidabili per essere utilizzati nel calcolo di bilancio idrogeologico. Il metodo risulta adatto alle particolari condizioni idrologiche dei torrenti alpini, caratterizzate da moto turbolento, dalla presenza di massi, cascatelle e rapide lungo l’alveo, che impediscono di utilizzare metodi classici di misura della portata con mulinelli o stramazzi. L’errore del metodo è stato valutato in un canale con flusso laminare rettilineo, ed è risultato inferiore al 6%. Lo studio dimostra, inoltre, l’utilità dell’integrare queste misure di portata nei corsi d’acqua con metodi di analisi geochimica delle acque superficiali e sotterranee, in particolare ai fini della comprensione del modello idrogeologico concettuale. In questi casi i due metodi possono essere definiti complementari. Per quanto riguarda il caso specifico del vallone di Roy, lo studio ha portato all’elaborazione di un modello idrogeologico concettuale e ad un bilancio idrogeologico del vallone. L’alimentazione del torrente riceve un apporto consistente di acque sotterranee poco mineralizzate provenienti dalla DGPV del versante destro. Lo studio geochimico ha permesso di quantificare questo apporto in circa il 70% alla portata totale del torrente, sia in periodo di minimo che di massimo idrologico. Tale apporto proviene principalmente dal lobo di monte della DGPV, che presenta uno stadio evolutivo più avanzato.
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