In questo contributo sono discussi alcuni aspetti dell’ipotesi che il significato delle espressioni linguistiche complesse sia costruito sintagmaticamente attraverso la modulazione del senso dei singoli costituenti (Cruse 1986: 50 ss.). In particolare, è sostenuto che alcuni significati esibiti dai nomi in posizione argomentale, tradizionalmente descritti come frutto di metonimie convenzionalizzate o non convenzionalizzate possono essere rappresentati in modo unitario utilizzando la nozione di coercion (Pustejovsky 1995) e in particolare la distinzione tra coercion as exploitation e coercion as introduction avanzata in Pustejovsky 2006. Questa distinzione poggia sull’idea che la varietà di sensi esibita dai nomi in posizione argomentale non sia specificata lessicalmente (tranne nel caso dei nomi che denotano oggetti inerentemente complessi) , ma sia frutto di processi sintagmatici indotti dalle proprietà di selezione dei predicati con cui i nomi co-occorrono (selectional polysemy, cfr. Pustejovsky 2008). Questi processi sarebbero di due tipi principali: quelli che “sfruttano” parte del materiale concettuale codificato nei nomi (exploitation) e quelli che introducono nuovo materiale concettuale (introduction). Scopo del presente contributo è di offrire dati empirici a supporto di questa idea. Il tema sottostante alla ricerca è la modellizazione della polisemia, o, meglio, della proprietà delle parole di esibire denotazioni diverse a seconda del contesto in cui si trovano.

Tipi di ricostruzioni metonimiche

JEZEK, ELISABETTA
2009-01-01

Abstract

In questo contributo sono discussi alcuni aspetti dell’ipotesi che il significato delle espressioni linguistiche complesse sia costruito sintagmaticamente attraverso la modulazione del senso dei singoli costituenti (Cruse 1986: 50 ss.). In particolare, è sostenuto che alcuni significati esibiti dai nomi in posizione argomentale, tradizionalmente descritti come frutto di metonimie convenzionalizzate o non convenzionalizzate possono essere rappresentati in modo unitario utilizzando la nozione di coercion (Pustejovsky 1995) e in particolare la distinzione tra coercion as exploitation e coercion as introduction avanzata in Pustejovsky 2006. Questa distinzione poggia sull’idea che la varietà di sensi esibita dai nomi in posizione argomentale non sia specificata lessicalmente (tranne nel caso dei nomi che denotano oggetti inerentemente complessi) , ma sia frutto di processi sintagmatici indotti dalle proprietà di selezione dei predicati con cui i nomi co-occorrono (selectional polysemy, cfr. Pustejovsky 2008). Questi processi sarebbero di due tipi principali: quelli che “sfruttano” parte del materiale concettuale codificato nei nomi (exploitation) e quelli che introducono nuovo materiale concettuale (introduction). Scopo del presente contributo è di offrire dati empirici a supporto di questa idea. Il tema sottostante alla ricerca è la modellizazione della polisemia, o, meglio, della proprietà delle parole di esibire denotazioni diverse a seconda del contesto in cui si trovano.
2009
9788878703971
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