Osserviamo spesso fenomeni, connessi all’agire di collettività, o popolazioni, di agenti di qualche specie – molte delle quali possono essere osservate in ambito sociale, biologico, politico, economico, aziendale e organizzativo – che sembrano provocati da una mano invisibile che guida le azioni analoghe di individui simili, per produrre un fenomeno emergente che non può ridursi alla semplice somma di effetti derivanti dai comportamenti individuali, ma deve essere attribuito alle collettività come un tutto e non solo ai singoli agenti che le compongono. Si tratta di fenomeni diversi, che sembrano avviarsi in modo casuale per sviluppare un’ineluttabile dinamica, spesso irreversibile, secondo un modello caso-necessità, nel senso specificato da Jacques Monod nel suo celeberrimo Il caso e la necessità (trad. italiana: EST, Mondadori, 1980). Ritengo che tali fenomeni siano tutti riconducibili a un unico schema interpretativo che ho denominato Teoria dei Sistemi Combinatori, che mi sembra in grado di descriverli, interpretarli e spiegarli, insieme con i loro effetti osservabili, come derivanti dalla combinazione di comportamenti individuali (da qui la denominazione “Sistemi Combinatori”): “In un modo o nell’altro, siamo obbligati a trattare, in tutti i settori della conoscenza, con delle complessità, con degli “interi”, con dei “sistemi”. E questo implica un riorientamento di base del pensiero scientifico.” (Ludwig von Bertalanffy, Teoria generale dei sistemi, I.L.I., Milano, 1971, p. 27).

La mano invisibile dei sistemi combinatori. Una teoria per spiegare il comportamento collettivo

MELLA, PIERO
2010-01-01

Abstract

Osserviamo spesso fenomeni, connessi all’agire di collettività, o popolazioni, di agenti di qualche specie – molte delle quali possono essere osservate in ambito sociale, biologico, politico, economico, aziendale e organizzativo – che sembrano provocati da una mano invisibile che guida le azioni analoghe di individui simili, per produrre un fenomeno emergente che non può ridursi alla semplice somma di effetti derivanti dai comportamenti individuali, ma deve essere attribuito alle collettività come un tutto e non solo ai singoli agenti che le compongono. Si tratta di fenomeni diversi, che sembrano avviarsi in modo casuale per sviluppare un’ineluttabile dinamica, spesso irreversibile, secondo un modello caso-necessità, nel senso specificato da Jacques Monod nel suo celeberrimo Il caso e la necessità (trad. italiana: EST, Mondadori, 1980). Ritengo che tali fenomeni siano tutti riconducibili a un unico schema interpretativo che ho denominato Teoria dei Sistemi Combinatori, che mi sembra in grado di descriverli, interpretarli e spiegarli, insieme con i loro effetti osservabili, come derivanti dalla combinazione di comportamenti individuali (da qui la denominazione “Sistemi Combinatori”): “In un modo o nell’altro, siamo obbligati a trattare, in tutti i settori della conoscenza, con delle complessità, con degli “interi”, con dei “sistemi”. E questo implica un riorientamento di base del pensiero scientifico.” (Ludwig von Bertalanffy, Teoria generale dei sistemi, I.L.I., Milano, 1971, p. 27).
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