Nei capitoli II,19-22 e III,6-11 del De legibus Cicerone costruisce un corpus di leggi prendendo come modello le XII Tavole, considerate in epoca tardorepubblicana un simbolo dell'antichità. L'antico testo legislativo romano è riconoscibile come una sorta di testo-guida sotteso all'intero dialogo, attraverso una rete di riferimenti e allusioni, e suggerisce una possibile chiave di lettura che colga nell'antichità la cifra dominante dell'opera. Inoltre l'analisi linguistica dei capitoli citati, caratterizzati da un 'estremismo arcaizzante', comporta una domanda: se tale stile arcaizzante è il veicolo di una ripresa dell'antico, quale idea di antico esso si propone di trasmettere? con quale obiettivo? L'articolo prende in esame i vari aspetti del paradigma dell'antico che soggiace alla struttura del De legibus. In particolare, l'analisi degli ultimi capitoli del libro II, che possono essere considerati un vero e proprio saggio di antiquaria, permette di definire l'attitudine di Cicerone allo studio dell'antichità e di gettare luce sui suoi rapporti con la contemporanea ricerca antiquaria e sulla riflessione che egli andava svolgendo negli anni '50 sui rapporti fra conoscenza storica, sapere antiquario e scrittura storiografica.

Senso del passato e paradigma dell'antico: per una rilettura del De legibus di Cicerone

ROMANO, ELISA
2010-01-01

Abstract

Nei capitoli II,19-22 e III,6-11 del De legibus Cicerone costruisce un corpus di leggi prendendo come modello le XII Tavole, considerate in epoca tardorepubblicana un simbolo dell'antichità. L'antico testo legislativo romano è riconoscibile come una sorta di testo-guida sotteso all'intero dialogo, attraverso una rete di riferimenti e allusioni, e suggerisce una possibile chiave di lettura che colga nell'antichità la cifra dominante dell'opera. Inoltre l'analisi linguistica dei capitoli citati, caratterizzati da un 'estremismo arcaizzante', comporta una domanda: se tale stile arcaizzante è il veicolo di una ripresa dell'antico, quale idea di antico esso si propone di trasmettere? con quale obiettivo? L'articolo prende in esame i vari aspetti del paradigma dell'antico che soggiace alla struttura del De legibus. In particolare, l'analisi degli ultimi capitoli del libro II, che possono essere considerati un vero e proprio saggio di antiquaria, permette di definire l'attitudine di Cicerone allo studio dell'antichità e di gettare luce sui suoi rapporti con la contemporanea ricerca antiquaria e sulla riflessione che egli andava svolgendo negli anni '50 sui rapporti fra conoscenza storica, sapere antiquario e scrittura storiografica.
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