Viene esaminata la decisione 189 del 2010 della Corte costituzionale, che, pur senza dichiarare l'illegittimità dell'art. 58 quater ord.penit. (che esclude l'accesso ai benefici penitenziari per i soggetti che siano stati condannati per condotte evasive a norma dell'art. 385 c.p.), ha di fatto sancito il divieto di preclusioni assolute nei confronti di tale categoria di soggetti. L’analisi si sofferma non solo sulla valenza della decisione nel sistema penitenziario, ma sulla forma e sulla tecnica decisionale adottata dalla Corte costituzionale, cioè una sentenza di inammissibilità , che suscita non poche perplessità e pone interrogativi sulle conseguenze.

Un ulteriore passo verso l'eliminazione dei divieti di concessione di benefici penitenziari.

CESARIS, LAURA
2010-01-01

Abstract

Viene esaminata la decisione 189 del 2010 della Corte costituzionale, che, pur senza dichiarare l'illegittimità dell'art. 58 quater ord.penit. (che esclude l'accesso ai benefici penitenziari per i soggetti che siano stati condannati per condotte evasive a norma dell'art. 385 c.p.), ha di fatto sancito il divieto di preclusioni assolute nei confronti di tale categoria di soggetti. L’analisi si sofferma non solo sulla valenza della decisione nel sistema penitenziario, ma sulla forma e sulla tecnica decisionale adottata dalla Corte costituzionale, cioè una sentenza di inammissibilità , che suscita non poche perplessità e pone interrogativi sulle conseguenze.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/225642
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