Nessuno Stato italiano fra il XV e il XIX secolo aveva mai disposto di basi permanenti al di fuori dell’Europa, esercitato protettorati o posseduto colonie, diversamente da molti altri fra i paesi dell’Europa occidentale affacciati sul mare. Le ambizioni politico-economiche marittime degli antichi Stati italiani furono per larga parte contenute dal contesto regionale allargato in cui si collocava la Penisola, in buona sostanza il Mediterraneo e, per certi versi, il Mar Nero. Per la verità tentativi sporadici di produrre il coinvolgimento di singoli Stati in progetti di espansione commerciale con risvolti di tipo coloniale vi furono, ma a prendere l’iniziativa furono sempre interessi privati che cercavano una sponda nelle corti e nelle istituzioni degli Stati. Nella gran parte dei casi si trattò inoltre di imprese concepite al di fuori di qualsiasi strategia economica o politica organica e condivisa dalle autorità a cui facevano appello, quando non di avventurismi puramente speculativi o addirittura sogni velleitari e del tutto irrealizzabili. Se un certo ruolo svolto da presenze italiane nel sistema di relazioni mondiali della prima metà dell’Ottocento è documentabile, molto limitata appare la sua importanza nel quadro delle strategie economico-commerciali e di politica estera perseguite dai diversi Stati della Penisola di cui quegli italiani erano cittadini, che avevano altre preminenze e proiezioni sostanzialmente interne a un contesto strettamente europeo o tutt’al più mediterraneo. Unica ma più che significativa eccezione è la Santa Sede.

La presenza prima dell'Unità: Logiche mercantili, poca politica

VALSECCHI, PIERLUIGI
2011-01-01

Abstract

Nessuno Stato italiano fra il XV e il XIX secolo aveva mai disposto di basi permanenti al di fuori dell’Europa, esercitato protettorati o posseduto colonie, diversamente da molti altri fra i paesi dell’Europa occidentale affacciati sul mare. Le ambizioni politico-economiche marittime degli antichi Stati italiani furono per larga parte contenute dal contesto regionale allargato in cui si collocava la Penisola, in buona sostanza il Mediterraneo e, per certi versi, il Mar Nero. Per la verità tentativi sporadici di produrre il coinvolgimento di singoli Stati in progetti di espansione commerciale con risvolti di tipo coloniale vi furono, ma a prendere l’iniziativa furono sempre interessi privati che cercavano una sponda nelle corti e nelle istituzioni degli Stati. Nella gran parte dei casi si trattò inoltre di imprese concepite al di fuori di qualsiasi strategia economica o politica organica e condivisa dalle autorità a cui facevano appello, quando non di avventurismi puramente speculativi o addirittura sogni velleitari e del tutto irrealizzabili. Se un certo ruolo svolto da presenze italiane nel sistema di relazioni mondiali della prima metà dell’Ottocento è documentabile, molto limitata appare la sua importanza nel quadro delle strategie economico-commerciali e di politica estera perseguite dai diversi Stati della Penisola di cui quegli italiani erano cittadini, che avevano altre preminenze e proiezioni sostanzialmente interne a un contesto strettamente europeo o tutt’al più mediterraneo. Unica ma più che significativa eccezione è la Santa Sede.
2011
9788843059997
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/240096
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