Il tema delle reti, in particolare delle reti di orientamento, è di attuale interesse per l’intero settore perché permette di ripensare l’orientamento superando un modo di lavoro gerarchico per rivolgersi all’utilizzo, sempre più consapevole, di interazioni significative. In questo scenario composito il confronto fra modi di operare e prospettive teoriche diverse rappresenta una risposta alla complessità che il concetto di orientamento presuppone (Messeri, 2000). Il lavoro in rete è stato caldamente raccomandato come modalità ideale di organizzazione anche dalla recente normativa di settore nonché nei documenti di programmazione sia a livello comunitario che nazionale e locale. Far rete vuol dire, secondo la nostra prospettiva, agire in modo efficace sul territorio per sostenere le politiche di orientamento attivando e integrando le competenze di tutti i soggetti implicati. Questa diversa modalità organizzativa e di funzionamento può aiutare a gestire meglio il processo di decentramento in corso, rispondendo, nel contempo, a un insieme più ampio di obiettivi professionali e ad esigenze di miglior qualità, garantendo un effettivo passaggio da politiche passive a politiche più attive. Nel presente lavoro saranno discussi i principali risultati di una ricerca, condotta dall’Università di Pavia, volta a studiare le differenti tipologie di reti esistenti nell’ambito delle politiche di orientamento. Questa esigenza si è resa necessaria poiché da diversi contesti viene indicato il lavoro di rete come opportunità per il lavoro sulle tematiche dell’orientamento. Siamo quindi partiti nel considerare il panorama teorico di riferimento, attraverso una esaustiva analisi della letteratura più recente, che ha consentito di organizzare sia la prima fase di screening che le successive interviste qualitative. Lo scopo era proprio quello di considerare e valutare le esperienze, che attualmente si ritengono essere di rete, nelle diverse realtà di orientamento scuola/università/province presenti sul territorio italiano. Il nostro obiettivo, quindi, non era solo quello di dar conto dell’esistente, ma anche analizzare e interpretare i dati raccolti allo scopo di inferire considerazioni più generali e implicazioni operative per modellizzare un prototipo di rete per l’orientamento. L’obiettivo che ci si è proposti è pertanto duplice: i) studiare le reti al fine di analizzare la tipologia di rete migliore (prototipo) in termini di efficacia ed efficienza lavorativa ii) individuare la metodologia ottimale di lavoro e di analisi dei dati, al fine di conseguire l’obiettivo.

Le reti di orientamento

ZANETTI, MARIA ASSUNTA;
2005-01-01

Abstract

Il tema delle reti, in particolare delle reti di orientamento, è di attuale interesse per l’intero settore perché permette di ripensare l’orientamento superando un modo di lavoro gerarchico per rivolgersi all’utilizzo, sempre più consapevole, di interazioni significative. In questo scenario composito il confronto fra modi di operare e prospettive teoriche diverse rappresenta una risposta alla complessità che il concetto di orientamento presuppone (Messeri, 2000). Il lavoro in rete è stato caldamente raccomandato come modalità ideale di organizzazione anche dalla recente normativa di settore nonché nei documenti di programmazione sia a livello comunitario che nazionale e locale. Far rete vuol dire, secondo la nostra prospettiva, agire in modo efficace sul territorio per sostenere le politiche di orientamento attivando e integrando le competenze di tutti i soggetti implicati. Questa diversa modalità organizzativa e di funzionamento può aiutare a gestire meglio il processo di decentramento in corso, rispondendo, nel contempo, a un insieme più ampio di obiettivi professionali e ad esigenze di miglior qualità, garantendo un effettivo passaggio da politiche passive a politiche più attive. Nel presente lavoro saranno discussi i principali risultati di una ricerca, condotta dall’Università di Pavia, volta a studiare le differenti tipologie di reti esistenti nell’ambito delle politiche di orientamento. Questa esigenza si è resa necessaria poiché da diversi contesti viene indicato il lavoro di rete come opportunità per il lavoro sulle tematiche dell’orientamento. Siamo quindi partiti nel considerare il panorama teorico di riferimento, attraverso una esaustiva analisi della letteratura più recente, che ha consentito di organizzare sia la prima fase di screening che le successive interviste qualitative. Lo scopo era proprio quello di considerare e valutare le esperienze, che attualmente si ritengono essere di rete, nelle diverse realtà di orientamento scuola/università/province presenti sul territorio italiano. Il nostro obiettivo, quindi, non era solo quello di dar conto dell’esistente, ma anche analizzare e interpretare i dati raccolti allo scopo di inferire considerazioni più generali e implicazioni operative per modellizzare un prototipo di rete per l’orientamento. L’obiettivo che ci si è proposti è pertanto duplice: i) studiare le reti al fine di analizzare la tipologia di rete migliore (prototipo) in termini di efficacia ed efficienza lavorativa ii) individuare la metodologia ottimale di lavoro e di analisi dei dati, al fine di conseguire l’obiettivo.
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