Le malattie cardiovascolari (o Cvd) rappresentano, al giorno d’oggi, una delle principali cause di morte e di disabilità nei paesi industrializzati1. Solo in Italia, infatti, rappresentano la prima causa con il 32,7% di tutti i decessi, precedendo la mortalità per patologia tumorale ferma al 26,3%2. Molteplici sono i fattori di rischio coinvolti nelle Cvd tra i quali sono compresi fattori così detti non modificabili (sesso, ereditarietà, età) e modificabili (dislipidemia, fumo, pressione arteriosa, peso corporeo, sedentarietà) 3. Tra i fattori modificabili più importanti legati allo sviluppo e alla progressione della patologia aterosclerotica vi è senza dubbio la dislipidemia4. È stato dimostrato, infatti, che una riduzione del 10% dei valori di colesterolo plasmatico abbassa del 13% la probabilità di mortalità per eventi cardiovascolari5. La dislipidemia, oltre a essere facilmente evidenziabile tramite il rilevamento dell’alterazione dei livelli ematici di colesterolo totale, colesterolo Ldl, Hdl e trigliceridi, è potenzialmente controllabile tramite diverse e consequenziali strategie terapeutiche. Il primo approccio deve essere senza dubbio di tipo medico- nutrizionale, ovvero la correzione delle abitudini alimentari, tramite l’impostazione di un ade- guato schema dietetico bilanciato in macronutrienti, e la modifica di stili di vita, come la dismissione al fumo, l’incremento dell’attività fisica e la riduzione della sedentarietà. E se, dopo un adeguato periodo di adesione alle prescrizioni, i risultati non sono ottimali? In questi casi si può ricorrere a una terapia nutraceutica prima e farmacologica (statine, fibrati, ecc.) poi.

Polimetossiflavoni e Policosanoli nel Trattameno della dislipidemia

CENA, HELLAS
2011-01-01

Abstract

Le malattie cardiovascolari (o Cvd) rappresentano, al giorno d’oggi, una delle principali cause di morte e di disabilità nei paesi industrializzati1. Solo in Italia, infatti, rappresentano la prima causa con il 32,7% di tutti i decessi, precedendo la mortalità per patologia tumorale ferma al 26,3%2. Molteplici sono i fattori di rischio coinvolti nelle Cvd tra i quali sono compresi fattori così detti non modificabili (sesso, ereditarietà, età) e modificabili (dislipidemia, fumo, pressione arteriosa, peso corporeo, sedentarietà) 3. Tra i fattori modificabili più importanti legati allo sviluppo e alla progressione della patologia aterosclerotica vi è senza dubbio la dislipidemia4. È stato dimostrato, infatti, che una riduzione del 10% dei valori di colesterolo plasmatico abbassa del 13% la probabilità di mortalità per eventi cardiovascolari5. La dislipidemia, oltre a essere facilmente evidenziabile tramite il rilevamento dell’alterazione dei livelli ematici di colesterolo totale, colesterolo Ldl, Hdl e trigliceridi, è potenzialmente controllabile tramite diverse e consequenziali strategie terapeutiche. Il primo approccio deve essere senza dubbio di tipo medico- nutrizionale, ovvero la correzione delle abitudini alimentari, tramite l’impostazione di un ade- guato schema dietetico bilanciato in macronutrienti, e la modifica di stili di vita, come la dismissione al fumo, l’incremento dell’attività fisica e la riduzione della sedentarietà. E se, dopo un adeguato periodo di adesione alle prescrizioni, i risultati non sono ottimali? In questi casi si può ricorrere a una terapia nutraceutica prima e farmacologica (statine, fibrati, ecc.) poi.
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