Utilizzando materiale d’archivio inedito, il saggio si occupa dell’ampliamento dei confini di Milano, attuato nel 1923, inserendolo nella politica fascista delle aggregazioni comunali. Risultato dell’ideologia urbanista del primo fascismo, quella politica attribuì notevole rilevanza allo sviluppo territoriale, economico e demografico delle città. Laboratorio ne fu Milano, culla del fascismo, considerata da Mussolini città-guida. Al Duce, in prima persona, e al fascismo milanese, di cui era ispiratore il fratello Arnaldo va ricondotta la realizzazione della “grande Milano”, che dunque risulta qualificarsi per la valenza politica, oltre che territoriale. Secondo i propugnatori del progetto, la nuova, allargata circoscrizione comunale avrebbe permesso al capoluogo ambrosiano di divenire una metropoli di dimensione e livello europei, ma nello stesso tempo – anche grazie al consenso garantito da un ambizioso piano di sviluppo – di connotarsi come città marcatamente fascista e, in tale veste, di assumere un importante ruolo nella politica nazionale. La campagna ruralistica e antiurbana, oltre alla costruzione del mito imperiale della Terza Roma, avrebbero però indotto Mussolini già al chiudersi degli anni Venti ad abbandonare l’originale progetto di trasformazione di Milano, sede del fascio primigenio, in una “grande Milano”.

Le aggregazioni comunali e il progetto della 'grande Milano'

COLOMBO, ELISABETTA
2007-01-01

Abstract

Utilizzando materiale d’archivio inedito, il saggio si occupa dell’ampliamento dei confini di Milano, attuato nel 1923, inserendolo nella politica fascista delle aggregazioni comunali. Risultato dell’ideologia urbanista del primo fascismo, quella politica attribuì notevole rilevanza allo sviluppo territoriale, economico e demografico delle città. Laboratorio ne fu Milano, culla del fascismo, considerata da Mussolini città-guida. Al Duce, in prima persona, e al fascismo milanese, di cui era ispiratore il fratello Arnaldo va ricondotta la realizzazione della “grande Milano”, che dunque risulta qualificarsi per la valenza politica, oltre che territoriale. Secondo i propugnatori del progetto, la nuova, allargata circoscrizione comunale avrebbe permesso al capoluogo ambrosiano di divenire una metropoli di dimensione e livello europei, ma nello stesso tempo – anche grazie al consenso garantito da un ambizioso piano di sviluppo – di connotarsi come città marcatamente fascista e, in tale veste, di assumere un importante ruolo nella politica nazionale. La campagna ruralistica e antiurbana, oltre alla costruzione del mito imperiale della Terza Roma, avrebbero però indotto Mussolini già al chiudersi degli anni Venti ad abbandonare l’originale progetto di trasformazione di Milano, sede del fascio primigenio, in una “grande Milano”.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/32910
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact