Il II editto di Augusto ai Cirenei viene spiegato alla luce del confronto con un testo di Ulpiano, tratto dal l. 9 de officio proconsulis, D. 48.19.6 pr. Ulpiano biasima le tattiche dilatorie di condannati che sostengono di avere notizie pertinenti all'incolumità dell'imperatore e di volerle rivelare a lui. La frase di Ulpiano "si quis … dicat se habere quod principi referat salutis ipsius causa" trova corrisponenza nelle linee 44-46 dell'edito, mostrando che anche in questo caso i Romani coinvolti hanno messo in atto la medesima tattica dilatoria. I tre Romani residenti in Cirenaica, in una situazione di difficoltà, perché accusati del furto di statue di Cirene, erano ricorsi all’espediente – allora apparentemente una novità, o quantomeno senza precedenti attestati - di agitare pericoli per il principe, e di volerli rivelare a lui solo. Il proconsole Publio Sestio Sceva li asseconda; li manda a Roma sotto scorta, e dopo poco i tre sono a piede libero.
Rivelazioni sulla salus principis e tattiche per sottrarsi al processo. Il secondo editto di Augusto ai Cirenei alla luce del de officio proconsulis di Ulpiano
MANTOVANI, DARIO GIUSEPPE
2011-01-01
Abstract
Il II editto di Augusto ai Cirenei viene spiegato alla luce del confronto con un testo di Ulpiano, tratto dal l. 9 de officio proconsulis, D. 48.19.6 pr. Ulpiano biasima le tattiche dilatorie di condannati che sostengono di avere notizie pertinenti all'incolumità dell'imperatore e di volerle rivelare a lui. La frase di Ulpiano "si quis … dicat se habere quod principi referat salutis ipsius causa" trova corrisponenza nelle linee 44-46 dell'edito, mostrando che anche in questo caso i Romani coinvolti hanno messo in atto la medesima tattica dilatoria. I tre Romani residenti in Cirenaica, in una situazione di difficoltà, perché accusati del furto di statue di Cirene, erano ricorsi all’espediente – allora apparentemente una novità, o quantomeno senza precedenti attestati - di agitare pericoli per il principe, e di volerli rivelare a lui solo. Il proconsole Publio Sestio Sceva li asseconda; li manda a Roma sotto scorta, e dopo poco i tre sono a piede libero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.