Lo studio esamina la frequenza e le modalità degli infortuni a rischio di malattie ematogene occorsi al personale ostetrico del Policlinico San Matteo di Pavia dal 1997 al 2010. In questo periodo sono stati segnalati 74 incidenti (47 esposizioni percutanee e 27 mucocutanee), irregolarmente distribuiti nel corso degli anni, coinvolgenti 52 ostetriche strutturate e 22 studentesse. Tali infortuni sono avvenuti prevalentemente di giorno (turno 8-16), nella stanza della paziente o in sala parto, interessando mani e volto (soprattutto gli occhi). La manipolazione impropria di aghi e taglienti, e il non corretto uso dei mezzi di protezione individuale, sono risultati fattori causali assai frequenti. Nonostante 23 delle 74 pazienti fon e fossero potenzialmente infettanti (e 10 tra le operatrici infortunate non avessero copertura vaccinale contro l’epatite B), non si è verificata alcuna sieroconversione. Il personale ostetrico si conferma categoria professionale ad alto rischio biologico. Tuttavia, la casistica offre aspetti incoraggianti circa l’efficacia delle strategie preventive recentemente introdotte nell’ospedale (anche per effetto del D.Lgs. 81/2008), comprendenti valutazione del rischio, formazione e informazione, gestione razionale dei rifiuti, uso di protezioni personali, follow-up e profilassi farmacologica post-esposizione.

Rischio di malattie a trasmissione ematica nel personale ostetrico: aggiornamento della casistica pavese

GRAIA, SABRINA;CANDURA, STEFANO;STROSSELLI, MAURIZIO
2011-01-01

Abstract

Lo studio esamina la frequenza e le modalità degli infortuni a rischio di malattie ematogene occorsi al personale ostetrico del Policlinico San Matteo di Pavia dal 1997 al 2010. In questo periodo sono stati segnalati 74 incidenti (47 esposizioni percutanee e 27 mucocutanee), irregolarmente distribuiti nel corso degli anni, coinvolgenti 52 ostetriche strutturate e 22 studentesse. Tali infortuni sono avvenuti prevalentemente di giorno (turno 8-16), nella stanza della paziente o in sala parto, interessando mani e volto (soprattutto gli occhi). La manipolazione impropria di aghi e taglienti, e il non corretto uso dei mezzi di protezione individuale, sono risultati fattori causali assai frequenti. Nonostante 23 delle 74 pazienti fon e fossero potenzialmente infettanti (e 10 tra le operatrici infortunate non avessero copertura vaccinale contro l’epatite B), non si è verificata alcuna sieroconversione. Il personale ostetrico si conferma categoria professionale ad alto rischio biologico. Tuttavia, la casistica offre aspetti incoraggianti circa l’efficacia delle strategie preventive recentemente introdotte nell’ospedale (anche per effetto del D.Lgs. 81/2008), comprendenti valutazione del rischio, formazione e informazione, gestione razionale dei rifiuti, uso di protezioni personali, follow-up e profilassi farmacologica post-esposizione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/329919
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