Il saggio analizza i caratteri dei sistemi annonari, ma anche delle istituzioni del mercato, limitatamente alla distribuzione dei cereali, di due città padane vicine (Verona e Mantova), risalendo fino al loro impianto originario nel Duecento per mettere in luce la sostanziale differenza dei due casi in tema di centralità del mercato pubblico, accantonamento di scorte per fini privati o di pubblica utilità, estrazione e transito dei grani attraverso i confini, giurisdizione dell’annona cittadina. Il lavoro si propone come la tappa iniziale di un’indagine sull’evoluzione dei sistemi annonari in un’area determinata come quella medio transpadana per un periodo che va dal XIII al XVIII secolo per accertare quanto la resilienza delle istituzioni annonarie sia frutto non solo della forza delle routines amministrative, della tradizione, dell’“economia morale” dominante fino al ’700, ma anche della capacità di tali istituzioni di rispondere a problemi operativi strutturali e di adattarsi a contesti economico-sociali, politici, culturali anche radicalmente diversi, grazie alla fondamentale varietà delle forme che ciascuna di esse (l’Annona, la Piazza, il Magazzino, la Meta, l’Abbondanza ecc.) seppe assumere.

Verona e Mantova nell'età comunale. Mercatus fori, granai privati e istituzioni annonarie nell'area medio transpadana nel Duecento

CORRITORE, RENZO PAOLO
2008-01-01

Abstract

Il saggio analizza i caratteri dei sistemi annonari, ma anche delle istituzioni del mercato, limitatamente alla distribuzione dei cereali, di due città padane vicine (Verona e Mantova), risalendo fino al loro impianto originario nel Duecento per mettere in luce la sostanziale differenza dei due casi in tema di centralità del mercato pubblico, accantonamento di scorte per fini privati o di pubblica utilità, estrazione e transito dei grani attraverso i confini, giurisdizione dell’annona cittadina. Il lavoro si propone come la tappa iniziale di un’indagine sull’evoluzione dei sistemi annonari in un’area determinata come quella medio transpadana per un periodo che va dal XIII al XVIII secolo per accertare quanto la resilienza delle istituzioni annonarie sia frutto non solo della forza delle routines amministrative, della tradizione, dell’“economia morale” dominante fino al ’700, ma anche della capacità di tali istituzioni di rispondere a problemi operativi strutturali e di adattarsi a contesti economico-sociali, politici, culturali anche radicalmente diversi, grazie alla fondamentale varietà delle forme che ciascuna di esse (l’Annona, la Piazza, il Magazzino, la Meta, l’Abbondanza ecc.) seppe assumere.
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