Il volume ricostruisce la complessa vicenda di Pietro Perego, prima protagonista, nel biennio rivoluzionario 1848-1849, di un “avanguardismo” radicale a fianco dei repubblicani d’orientamento mazziniano e poi, a seguito di un doloroso esilio, “traditore” della Patria a sostegno dell’antico nemico austriaco. Lo studio della traiettoria di Perego, condotto attraverso un’abbondante messe di fonti, suggerisce come nell’esperienza di un uomo del Risorgimento coesistessero – non senza contraddizioni – rappresentazioni e pratiche della Nazione al tempo stesso “olistiche” ed “antagonistico-conflittuali”. Se egli accolse con entusiasmo – per età e formazione culturale – quel discorso della Nazione permeato dai temi e dalle figure del Romanticismo, l’immersione nelle lotte furibonde del lungo Quarantotto produsse in lui un disincanto crescente, reso ancor più acuto dalla mai sopita ma delusa ambizione poetica. L’ossimoro del “patriota traditore” è qui indagato interrogando la peculiarità della situazione familiare, le imprevedibili conseguenze della socializzazione al culto della letteratura, l’ipertrofica produzione poetica e giornalistica di chi, in un’esistenza giocata sul filo del rasoio e sempre oscillante tra la politica e la letteratura, tentò invano di percorrere il cammino della Gloria o, quanto meno, di trovare un posto nel mondo.
Il patriota traditore. Politica e letteratura nella traiettoria del “famigerato” Pietro Perego
ALBERGONI, GIANLUCA
2009-01-01
Abstract
Il volume ricostruisce la complessa vicenda di Pietro Perego, prima protagonista, nel biennio rivoluzionario 1848-1849, di un “avanguardismo” radicale a fianco dei repubblicani d’orientamento mazziniano e poi, a seguito di un doloroso esilio, “traditore” della Patria a sostegno dell’antico nemico austriaco. Lo studio della traiettoria di Perego, condotto attraverso un’abbondante messe di fonti, suggerisce come nell’esperienza di un uomo del Risorgimento coesistessero – non senza contraddizioni – rappresentazioni e pratiche della Nazione al tempo stesso “olistiche” ed “antagonistico-conflittuali”. Se egli accolse con entusiasmo – per età e formazione culturale – quel discorso della Nazione permeato dai temi e dalle figure del Romanticismo, l’immersione nelle lotte furibonde del lungo Quarantotto produsse in lui un disincanto crescente, reso ancor più acuto dalla mai sopita ma delusa ambizione poetica. L’ossimoro del “patriota traditore” è qui indagato interrogando la peculiarità della situazione familiare, le imprevedibili conseguenze della socializzazione al culto della letteratura, l’ipertrofica produzione poetica e giornalistica di chi, in un’esistenza giocata sul filo del rasoio e sempre oscillante tra la politica e la letteratura, tentò invano di percorrere il cammino della Gloria o, quanto meno, di trovare un posto nel mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.