Il lavoro ripercorre l’intera storia della siderurgia moderna in Italia, a partire dalla nascita dei primi centri a ciclo integrale (Piombino e Napoli) e delle imprese padane più importanti. Accennando ai limiti di queste esperienze, è messo in luce il ruolo di A. Rocca e di O. Sinigaglia nel rilanciare la siderurgia a ciclo integrale, tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra. Si illustrano poi: la storia del gruppo a partecipazione statale Finsider, da una prima fase di grande successo al decadimento iniziato alla fine degli anni ’60, che sfocia nella liquidazione e nella privatizzazione degli stabilimenti, sotto l’egida della Comunità Europea; le caratteristiche delle miniacciaierie, affermatesi nella filiera forno elettrico/laminati lunghi a partire dagli anni ’50; il loro cambiamento negli anni ’90, grazie alla crescita multiplant, anche all’estero, e all’acquisizione di imprese pubbliche. In questo quadro il gruppo Riva emerge tra i top player mondiali. Infine ci si ferma sul caso Arvedi, straordinario esempio di sviluppo imprenditoriale basato sulla ricerca e sull’innovazione. Vincitore del premio Bessemer, geniale autore e proprietario di oltre 400 brevetti, G. Arvedi ha messo a punto un nuovo paradigma tecnologico, realizzato nello stabilimento di Cremona, che orienterà la siderurgia futura, per gli enormi vantaggi in termini economici e di sostenibilità ambientale. Nel complesso, la storia della siderurgia italiana avvalora le virtù del capitalismo famigliare ed esalta il ruolo di singoli individui totalmente dediti all’affermazione contro corrente delle proprie idee innovative.
La siderurgia italiana
BALCONI, MARGHERITA
2012-01-01
Abstract
Il lavoro ripercorre l’intera storia della siderurgia moderna in Italia, a partire dalla nascita dei primi centri a ciclo integrale (Piombino e Napoli) e delle imprese padane più importanti. Accennando ai limiti di queste esperienze, è messo in luce il ruolo di A. Rocca e di O. Sinigaglia nel rilanciare la siderurgia a ciclo integrale, tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra. Si illustrano poi: la storia del gruppo a partecipazione statale Finsider, da una prima fase di grande successo al decadimento iniziato alla fine degli anni ’60, che sfocia nella liquidazione e nella privatizzazione degli stabilimenti, sotto l’egida della Comunità Europea; le caratteristiche delle miniacciaierie, affermatesi nella filiera forno elettrico/laminati lunghi a partire dagli anni ’50; il loro cambiamento negli anni ’90, grazie alla crescita multiplant, anche all’estero, e all’acquisizione di imprese pubbliche. In questo quadro il gruppo Riva emerge tra i top player mondiali. Infine ci si ferma sul caso Arvedi, straordinario esempio di sviluppo imprenditoriale basato sulla ricerca e sull’innovazione. Vincitore del premio Bessemer, geniale autore e proprietario di oltre 400 brevetti, G. Arvedi ha messo a punto un nuovo paradigma tecnologico, realizzato nello stabilimento di Cremona, che orienterà la siderurgia futura, per gli enormi vantaggi in termini economici e di sostenibilità ambientale. Nel complesso, la storia della siderurgia italiana avvalora le virtù del capitalismo famigliare ed esalta il ruolo di singoli individui totalmente dediti all’affermazione contro corrente delle proprie idee innovative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.