La storia della legislazione romana delineata da Tacito nel III libro degli Annales, è una digressione di secondo grado, cioè chiusa all’interno di un’altra (dedicata alla legislazione matrimoniale augustea), e mossa da un preciso meccanismo concettuale. La ricerca esamina la struttura del testo e soprattutto i tre perni intorno ai quali gira il ragionamento – ossia mores, leges e potentia – che, nella pur vasta gamma degli studi dedicati all’excursus, non sembra siano stati ben messi in luce . A complemento di quest’esame, che è il punto focale della lettura (e occupa i §§ 1-5), sono proposti alcuni confronti testuali – con Seneca, Plinio e Pomponio in primo piano - utili per esplorare il rapporto fra le idee di cui Tacito nutrì la sua riflessione e la tradizione alla quale le attinse. Nel compiere questi confronti, si presta soprattutto ascolto alle consonanze fra l’excursus tacitiano e la comunicazione politica del principato (§§ 6-10): emergono così molte corrispondenze con idee e espressioni che affiorano in documenti giuridici e discorsi politici, anteriori e posteriori alla pagina tacitiana (fino all’edictum de pretiis dioclezianeo). Proprio queste consonanze o, meglio, le sottili variazioni a cui le parole d’ordine del potere furono sottoposte negli annales, aiutano a misurare prossimità e distanze fra la meditazione dello storico e l’ideologia imperiale
Mores, leges, potentia. La storia della legislazione romana secondo Tacito (Annales III 25-28)
MANTOVANI, DARIO GIUSEPPE
2012-01-01
Abstract
La storia della legislazione romana delineata da Tacito nel III libro degli Annales, è una digressione di secondo grado, cioè chiusa all’interno di un’altra (dedicata alla legislazione matrimoniale augustea), e mossa da un preciso meccanismo concettuale. La ricerca esamina la struttura del testo e soprattutto i tre perni intorno ai quali gira il ragionamento – ossia mores, leges e potentia – che, nella pur vasta gamma degli studi dedicati all’excursus, non sembra siano stati ben messi in luce . A complemento di quest’esame, che è il punto focale della lettura (e occupa i §§ 1-5), sono proposti alcuni confronti testuali – con Seneca, Plinio e Pomponio in primo piano - utili per esplorare il rapporto fra le idee di cui Tacito nutrì la sua riflessione e la tradizione alla quale le attinse. Nel compiere questi confronti, si presta soprattutto ascolto alle consonanze fra l’excursus tacitiano e la comunicazione politica del principato (§§ 6-10): emergono così molte corrispondenze con idee e espressioni che affiorano in documenti giuridici e discorsi politici, anteriori e posteriori alla pagina tacitiana (fino all’edictum de pretiis dioclezianeo). Proprio queste consonanze o, meglio, le sottili variazioni a cui le parole d’ordine del potere furono sottoposte negli annales, aiutano a misurare prossimità e distanze fra la meditazione dello storico e l’ideologia imperialeI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.