Il presente contributo vuole sottolineare l’importanza e l’attualità della conservazione del patrimonio storico-architettonico non solo in quanto in Italia si trova un “capitale” unico, difficilmente quantificabile, distribuito su tutto il territorio nazionale e che costituisce parte identitaria del paese, ma anche perché attraverso la sua fruizione “ampliata” si può garantire un equo accesso ai beni culturali ed una conseguente crescita civile e intellettuale dell’intera società. I centri storici della penisola italiana, anche quelli di medie e piccole dimensioni, sono caratterizzati da un insieme di edifici e di spazi urbani (di origini medievali o anche più antiche) che instaurano tra loro un sistema complesso di relazioni che ne aumenta il valore portando a concepire il “patrimonio storico” come un bene da intendersi oltre il singolo edificio . La leggibilità e la riconoscibilità di questo valore non può essere recepita attraverso singoli episodi e, soprattutto, non può avvenire senza una conoscenza diretta da parte dell’individuo, come spiega Cesare De Seta “l’architettura, che è un bene immobile per definizione, per esercitare la sua influenza esige che la si visiti, si abbia confidenza con essa e si possa coglierne immediatamente la dimensione spaziale” . Appare dunque evidente come accessibilità e fruibilità dell’edificio e dello spazio urbano siano prerogative fondamentali nell’azione di conservazione e valorizzazione del tessuto costruito e risultino fortemente condizionate dal contesto socio-culturale contemporaneo.
Accessibilità e fruibilità del patrimonio storico: spunti e metodi per una progettazione ampliata
GRECO, ALESSANDRO
2012-01-01
Abstract
Il presente contributo vuole sottolineare l’importanza e l’attualità della conservazione del patrimonio storico-architettonico non solo in quanto in Italia si trova un “capitale” unico, difficilmente quantificabile, distribuito su tutto il territorio nazionale e che costituisce parte identitaria del paese, ma anche perché attraverso la sua fruizione “ampliata” si può garantire un equo accesso ai beni culturali ed una conseguente crescita civile e intellettuale dell’intera società. I centri storici della penisola italiana, anche quelli di medie e piccole dimensioni, sono caratterizzati da un insieme di edifici e di spazi urbani (di origini medievali o anche più antiche) che instaurano tra loro un sistema complesso di relazioni che ne aumenta il valore portando a concepire il “patrimonio storico” come un bene da intendersi oltre il singolo edificio . La leggibilità e la riconoscibilità di questo valore non può essere recepita attraverso singoli episodi e, soprattutto, non può avvenire senza una conoscenza diretta da parte dell’individuo, come spiega Cesare De Seta “l’architettura, che è un bene immobile per definizione, per esercitare la sua influenza esige che la si visiti, si abbia confidenza con essa e si possa coglierne immediatamente la dimensione spaziale” . Appare dunque evidente come accessibilità e fruibilità dell’edificio e dello spazio urbano siano prerogative fondamentali nell’azione di conservazione e valorizzazione del tessuto costruito e risultino fortemente condizionate dal contesto socio-culturale contemporaneo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.