La Shareholder Value Theory è una teoria di derivazione eminentemente finanziaria in quanto prescrive che la finalità prima del management sia quella di incrementare sempre più il valore delle azioni nel tempo o, in ogni caso, il valore economico dell’impresa considerata quale investimento. Rendere massimo il valore dell’impresa e quindi il valore per gli azionisti è un obiettivo antico forse quanto il concetto stesso di impresa (Arnold, 2000). In pratica ogni manuale di finanza degli anni ‘80 da particolare evidenza ai seguenti concetti: 1. Nessuna disciplina può essere sviluppata in modo coerente nel tempo senza un obiettivo unificante; 2. L’obiettivo della “teoria della finanza” è massimizzare il valore dell’impresa; 3. Di conseguenza ogni decisione che aumenta il valore è considerata “positiva” mentre ogni decisione che diminuisce il valore è considerata “negativa” (Weston, 1972; Horne, 1970; Porterfield, 1965). La finalità dell’incremento del valore azionario è, in realtà, solo apparente in quanto essa presuppone di fatto quella del continuo aumento del valore economico dell’impresa (Economic Value of the Firm), più precisamente, del valore economico del suo capitale o, anche, del capitale economico. Appare rilevante osservare che il valore del capitale economico ha strette relazioni tanto con la produzione di profitto quanto con la redditività dell’equity.
La produzione della ricchezza quale obiettivo primario delle imprese
PELLICELLI, MICHELA
2011-01-01
Abstract
La Shareholder Value Theory è una teoria di derivazione eminentemente finanziaria in quanto prescrive che la finalità prima del management sia quella di incrementare sempre più il valore delle azioni nel tempo o, in ogni caso, il valore economico dell’impresa considerata quale investimento. Rendere massimo il valore dell’impresa e quindi il valore per gli azionisti è un obiettivo antico forse quanto il concetto stesso di impresa (Arnold, 2000). In pratica ogni manuale di finanza degli anni ‘80 da particolare evidenza ai seguenti concetti: 1. Nessuna disciplina può essere sviluppata in modo coerente nel tempo senza un obiettivo unificante; 2. L’obiettivo della “teoria della finanza” è massimizzare il valore dell’impresa; 3. Di conseguenza ogni decisione che aumenta il valore è considerata “positiva” mentre ogni decisione che diminuisce il valore è considerata “negativa” (Weston, 1972; Horne, 1970; Porterfield, 1965). La finalità dell’incremento del valore azionario è, in realtà, solo apparente in quanto essa presuppone di fatto quella del continuo aumento del valore economico dell’impresa (Economic Value of the Firm), più precisamente, del valore economico del suo capitale o, anche, del capitale economico. Appare rilevante osservare che il valore del capitale economico ha strette relazioni tanto con la produzione di profitto quanto con la redditività dell’equity.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.