Puccini fu un compositore sensibilissimo alle ragioni dell’occhio. Al suo incontro con la tradizione teatrale francese si devono i primi livrets de mise en scène delle sue opere che registrano, come una partitura d’orchestra fa con gli strumenti e le voci, i movimenti dei cantanti sul palco seguendoli fin dietro le quinte e, integrandosi con i bozzetti delle scene e dei costumi, contribuiscono a determinare il messaggio che lo spettatore riceve dalla serata teatrale, fissandolo per le riprese successive. Oltre alla Bohème e a Tosca, la serie di questi livrets, conservati presso la biblioteca dell’Association de la Régie théâtrale a Parigi, comprende un allestimento che rimase in repertorio per molti decenni, Madame Butterfly (1906); in questo caso più che in altri, il confronto con un autentico teatro di regia contribuì al perfezionamento dell’idea drammatica e della forma musicale della «tragedia giapponese» di Puccini. Proprio questo livret spicca infatti sugli altri testi: redatto con estrema cura, descrive ogni azione con tale dovizia di particolari che si ha l’impressione di leggere un saggio di psicologia dei personaggi, in rapporto con i grandi temi della diversità, dello scontro fra civiltà (Est e Ovest), dell’esotismo come maschera dell’imperialismo e altro ancora. Puccini era inizialmente perplesso per le scelte radicali del regista Albert Carré, ma venne persuaso dal suo librettista Luigi Illica, sedotto alle prove dallo spettacolo: mosso da un’idea scenica che è idea del dramma – l’isolamento di Butterfly – Carré propose tra l’altro una soluzione per il finale che Puccini realizzò in partitura con pochi tocchi di pennello, mettendo a punto un telaio perfetto per accogliere l’Esodo della sua tragedia. Inaugurando la collaborazione fra EDT e il Centro Studi Giacomo Puccini, il volume dedicato a Madama Butterfly apre, come n. 4 della serie in ordine cronologico, la terza sezione dell’Edizione nazionale delle opere del compositore, curata da Michele Girardi, che si propone di pubblicare la documentazione superstite di tutti gli allestimenti delle sue opere direttamente sovrintesi dal compositore (oltre ai titoli citati, la lista comprende anche Le Villi, Manon Lescaut, La fanciulla del West, Il trittico). Ciascun volume dell’edizione nazionale prevede l’edizione critica degli originali delle mises en scène, manoscritti e a stampa, e comprende la riproduzione del piano scenico e dei segni per la posizione e il movimento degli interpreti. I volumi sono inoltre illustrati da tutte le immagini disponibili che documentino lo specifico allestimento e la tradizione a cui esso appartiene – dai bozzetti ai figurini, fino alle foto di scena – e corredati da uno studio specifico e dagli opportuni apparati critici. Il testo della messinscena viene pubblicato nella lingua in cui è stato prodotto (francese per i livrets, italiano per le Disposizioni sceniche edite all’epoca da Ricordi), e tradotto in inglese in appendice al volume, per facilitare eventuali riprese moderne delle regie fissate allora sulla carta.

Giacomo Puccini, Madama Butterfly, mise en scène di Albert Carré

GIRARDI, MICHELE
2012-01-01

Abstract

Puccini fu un compositore sensibilissimo alle ragioni dell’occhio. Al suo incontro con la tradizione teatrale francese si devono i primi livrets de mise en scène delle sue opere che registrano, come una partitura d’orchestra fa con gli strumenti e le voci, i movimenti dei cantanti sul palco seguendoli fin dietro le quinte e, integrandosi con i bozzetti delle scene e dei costumi, contribuiscono a determinare il messaggio che lo spettatore riceve dalla serata teatrale, fissandolo per le riprese successive. Oltre alla Bohème e a Tosca, la serie di questi livrets, conservati presso la biblioteca dell’Association de la Régie théâtrale a Parigi, comprende un allestimento che rimase in repertorio per molti decenni, Madame Butterfly (1906); in questo caso più che in altri, il confronto con un autentico teatro di regia contribuì al perfezionamento dell’idea drammatica e della forma musicale della «tragedia giapponese» di Puccini. Proprio questo livret spicca infatti sugli altri testi: redatto con estrema cura, descrive ogni azione con tale dovizia di particolari che si ha l’impressione di leggere un saggio di psicologia dei personaggi, in rapporto con i grandi temi della diversità, dello scontro fra civiltà (Est e Ovest), dell’esotismo come maschera dell’imperialismo e altro ancora. Puccini era inizialmente perplesso per le scelte radicali del regista Albert Carré, ma venne persuaso dal suo librettista Luigi Illica, sedotto alle prove dallo spettacolo: mosso da un’idea scenica che è idea del dramma – l’isolamento di Butterfly – Carré propose tra l’altro una soluzione per il finale che Puccini realizzò in partitura con pochi tocchi di pennello, mettendo a punto un telaio perfetto per accogliere l’Esodo della sua tragedia. Inaugurando la collaborazione fra EDT e il Centro Studi Giacomo Puccini, il volume dedicato a Madama Butterfly apre, come n. 4 della serie in ordine cronologico, la terza sezione dell’Edizione nazionale delle opere del compositore, curata da Michele Girardi, che si propone di pubblicare la documentazione superstite di tutti gli allestimenti delle sue opere direttamente sovrintesi dal compositore (oltre ai titoli citati, la lista comprende anche Le Villi, Manon Lescaut, La fanciulla del West, Il trittico). Ciascun volume dell’edizione nazionale prevede l’edizione critica degli originali delle mises en scène, manoscritti e a stampa, e comprende la riproduzione del piano scenico e dei segni per la posizione e il movimento degli interpreti. I volumi sono inoltre illustrati da tutte le immagini disponibili che documentino lo specifico allestimento e la tradizione a cui esso appartiene – dai bozzetti ai figurini, fino alle foto di scena – e corredati da uno studio specifico e dagli opportuni apparati critici. Il testo della messinscena viene pubblicato nella lingua in cui è stato prodotto (francese per i livrets, italiano per le Disposizioni sceniche edite all’epoca da Ricordi), e tradotto in inglese in appendice al volume, per facilitare eventuali riprese moderne delle regie fissate allora sulla carta.
2012
Edizione nazionale delle opere di Giacomo Puccini, sezione terza – Disposizioni sceniche e Livrets de mise en scène, n. 4
9788860405210
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/468828
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