Il Giappone fu sottoposto a un regime di occupazione dal 1945 e al 1952. Il paese riguadagnò la piena indipendenza quando, nel 1952, il Trattato di San Francisco entrò in vigore. La costituzione «pacifista» postbellica del paese fu promulgata il 3 novembre del 1946 ed entrò in vigore sei mesi dopo, il 3 maggio 1947, in luogo della Costituzione Imperiale del Grande Giappone (Dai Nihon Teikoku Kempo) del 1889. La storia dell’occupazione statunitense in Giappone si incentra attorno all’imposizione di una costituzione pacifista al paese: se da un lato l’imperatore Hirohito viene «retrocesso » da capo a simbolo del paese, dall’altro, l’articolo 9 della costituzione postbellica nega al Giappone la facoltà di mantenere delle Forze armate. Poco dopo il suo arrivo in Giappone, il generale statunitense Douglas MacArthur, comandante in capo delle Forze alleate, assegnò al governo giapponese il compito di redigere una nuova costituzione che includesse un articolo «pacifista» di ripudio della guerra e un articolo che rendesse l’imperatore un simbolo dello stato. Quando la redazione della costituzione si concretizzò in una bozza che non conteneva nessuno dei due articoli, MacArthur ne prese in mano in prima persona la stesura, producendo una nuova bozza in una settimana. Gli Stati Uniti «imposero» al Giappone strutture politiche tipicamente democratiche, nonché una costituzione democratica, ma decisero al contempo (come si vedrà più avanti, ben prima della fine della Seconda guerra mondiale) di preservare la figura dell’imperatore e il sistema imperiale. La conservazione di tale sistema dopo la sconfitta del Giappone – gli studiosi e i politici statunitensi lo sostenevano già all’inizio degli anni Quaranta – avrebbe facilitato le politiche statunitensi di occupazione.

La costituzione giapponese imposta dagli stati uniti. Attori, motivazioni ed effetti

BERKOFSKY, AXEL
2012-01-01

Abstract

Il Giappone fu sottoposto a un regime di occupazione dal 1945 e al 1952. Il paese riguadagnò la piena indipendenza quando, nel 1952, il Trattato di San Francisco entrò in vigore. La costituzione «pacifista» postbellica del paese fu promulgata il 3 novembre del 1946 ed entrò in vigore sei mesi dopo, il 3 maggio 1947, in luogo della Costituzione Imperiale del Grande Giappone (Dai Nihon Teikoku Kempo) del 1889. La storia dell’occupazione statunitense in Giappone si incentra attorno all’imposizione di una costituzione pacifista al paese: se da un lato l’imperatore Hirohito viene «retrocesso » da capo a simbolo del paese, dall’altro, l’articolo 9 della costituzione postbellica nega al Giappone la facoltà di mantenere delle Forze armate. Poco dopo il suo arrivo in Giappone, il generale statunitense Douglas MacArthur, comandante in capo delle Forze alleate, assegnò al governo giapponese il compito di redigere una nuova costituzione che includesse un articolo «pacifista» di ripudio della guerra e un articolo che rendesse l’imperatore un simbolo dello stato. Quando la redazione della costituzione si concretizzò in una bozza che non conteneva nessuno dei due articoli, MacArthur ne prese in mano in prima persona la stesura, producendo una nuova bozza in una settimana. Gli Stati Uniti «imposero» al Giappone strutture politiche tipicamente democratiche, nonché una costituzione democratica, ma decisero al contempo (come si vedrà più avanti, ben prima della fine della Seconda guerra mondiale) di preservare la figura dell’imperatore e il sistema imperiale. La conservazione di tale sistema dopo la sconfitta del Giappone – gli studiosi e i politici statunitensi lo sostenevano già all’inizio degli anni Quaranta – avrebbe facilitato le politiche statunitensi di occupazione.
2012
978-8815- 23484-1
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