La ricorrenza dei primi vent’anni di applicazione del codice di rito penale entrato in vigore il 24 ottobre 1989 — primo ed unico (sino a quel momento) codice, stricto sensu inteso, dell’età repubblicana —, accompagnata, come è stata, dall’organizzazione di numerose iniziative volte, a titolo diverso, a ricordare l’avvenimento, ha offerto l’occasione alla dottrina per un’opera di revisione critica delle scelte allora compiute alla luce della successiva e (non si stenta ad aggiungere) convulsa evoluzione normativa registratasi in subiecta materia. Nell’ambito del ricco ed articolato dibattito, che ne è scaturito, ci sembra che uno spazio meriti anche l’incidente probatorio che, pur rappresentando esso di per sé una delle più significative novità del nuovo sistema processuale, appare oggi tra gli istituti più significativamente “invecchiati”, che sembrano, cioè, in misura maggiore avere risentito del tempo trascorso e necessitare, quindi, di un profondo restyling. Il lavoro si propone, in prima battuta, preso atto dell'evoluzione storica dell'istituto e delle modifiche intervenute, che hanno profondamente inciso sulla fisionomia dello strumento processuale de quo, di analizzare alcune proposte di riforma, nella prospettiva di una non più differibile esigenza di razionalizzazione della materia. Il tema, dalle così evidenti e significative implicazioni sistematiche, si presta anche ad alcune osservazioni più generali sugli assetti stessi del modello processuale, ed in particolare, sul rapporto tra fase preliminare e giudizio, nell'ottica di un doveroro rispetto dei nuovi principi costituzionali del "giusto processo" introdotti dalla legge cost. n.2 del 1999.
L'incidente probatorio vent'anni dopo: un istituto sospeso tra passato e futuro
RENON, PAOLO
2011-01-01
Abstract
La ricorrenza dei primi vent’anni di applicazione del codice di rito penale entrato in vigore il 24 ottobre 1989 — primo ed unico (sino a quel momento) codice, stricto sensu inteso, dell’età repubblicana —, accompagnata, come è stata, dall’organizzazione di numerose iniziative volte, a titolo diverso, a ricordare l’avvenimento, ha offerto l’occasione alla dottrina per un’opera di revisione critica delle scelte allora compiute alla luce della successiva e (non si stenta ad aggiungere) convulsa evoluzione normativa registratasi in subiecta materia. Nell’ambito del ricco ed articolato dibattito, che ne è scaturito, ci sembra che uno spazio meriti anche l’incidente probatorio che, pur rappresentando esso di per sé una delle più significative novità del nuovo sistema processuale, appare oggi tra gli istituti più significativamente “invecchiati”, che sembrano, cioè, in misura maggiore avere risentito del tempo trascorso e necessitare, quindi, di un profondo restyling. Il lavoro si propone, in prima battuta, preso atto dell'evoluzione storica dell'istituto e delle modifiche intervenute, che hanno profondamente inciso sulla fisionomia dello strumento processuale de quo, di analizzare alcune proposte di riforma, nella prospettiva di una non più differibile esigenza di razionalizzazione della materia. Il tema, dalle così evidenti e significative implicazioni sistematiche, si presta anche ad alcune osservazioni più generali sugli assetti stessi del modello processuale, ed in particolare, sul rapporto tra fase preliminare e giudizio, nell'ottica di un doveroro rispetto dei nuovi principi costituzionali del "giusto processo" introdotti dalla legge cost. n.2 del 1999.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.