Nel carme 13 Sidonio Apollinare, dopo aver celebrato la superiorità di Maioriano rispetto a Ercole secondo un modulo cortigiano attestato già in Marziale (vv. 15-16), chiede all’imperatore di essere esonerato dalla recente triplicazione del tributum imposto a Lione, sua città natale, il quale grava sul poeta quasi si trattasse dei tria capita di Gerione, il mostro abbattuto dall’eroe greco al cui comportamento il princeps è invitato a conformarsi (vv. 19-20); l’arguto paragone mitologico conferisce una connotazione epigrammatica alla prima parte del carme, il quale riprende con una variazione metrica (dal distico al falecio) anch’essa caratteristica delle raccolte marzialiane. Nella seconda metà del componimento Sidonio si fa portavoce della sua patria, vessata da Maioriano (vv. 23-25), e configura il suo rapporto con l’imperatore nei termini di un molto marzialiano do ut des (vv. 32-34); il testo scende gradualmente di tono, passando dalla serietà della prex al faceto del Witz, per culminare infine in un secondo fulmen in clausula: al v. 38 compare infatti un altro personaggio mitologico, Marsia, il sileno vinto e fatto scorticare vivo da Apollo, il quale sembra ora minacciare, in una sorta di contrappasso, la stessa tortura ai protetti del dio della poesia, messi in difficoltà, a partire da Sidonio stesso, dai tria capita.

Una supplica tra serio e faceto: Marziale nel carme 13 di Sidonio Apollinare

CANOBBIO, ALBERTO
2013-01-01

Abstract

Nel carme 13 Sidonio Apollinare, dopo aver celebrato la superiorità di Maioriano rispetto a Ercole secondo un modulo cortigiano attestato già in Marziale (vv. 15-16), chiede all’imperatore di essere esonerato dalla recente triplicazione del tributum imposto a Lione, sua città natale, il quale grava sul poeta quasi si trattasse dei tria capita di Gerione, il mostro abbattuto dall’eroe greco al cui comportamento il princeps è invitato a conformarsi (vv. 19-20); l’arguto paragone mitologico conferisce una connotazione epigrammatica alla prima parte del carme, il quale riprende con una variazione metrica (dal distico al falecio) anch’essa caratteristica delle raccolte marzialiane. Nella seconda metà del componimento Sidonio si fa portavoce della sua patria, vessata da Maioriano (vv. 23-25), e configura il suo rapporto con l’imperatore nei termini di un molto marzialiano do ut des (vv. 32-34); il testo scende gradualmente di tono, passando dalla serietà della prex al faceto del Witz, per culminare infine in un secondo fulmen in clausula: al v. 38 compare infatti un altro personaggio mitologico, Marsia, il sileno vinto e fatto scorticare vivo da Apollo, il quale sembra ora minacciare, in una sorta di contrappasso, la stessa tortura ai protetti del dio della poesia, messi in difficoltà, a partire da Sidonio stesso, dai tria capita.
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