Il saggio, muovendo dall’assunto che il lavoro molto riceve dalla famiglia, si domanda se il diritto del lavoro a sua volta favorisca la famiglia ed in che modo. Così come nel diritto civile, anche nel diritto del lavoro, la nozione di famiglia varia a seconda delle finalità perseguite dal legislatore: si va dalla famiglia nucleare, alla famiglia allargata, alle semplici convivenze, anche more uxorio. Solo recentemente vi è stato un superamento dell’identificazione delle politiche a tutela della famiglia con le politiche a tutela della donna e, in particolare, della maternità. Ciò è avvenuto soprattutto con la legge n. 53/2000, con cui la tutela si estende dalla maternità alla paternità e alle adozioni, si rafforza l’istituto dei congedi parentali e in generale di quelli per gravi motivi familiari, legati all’esigenza di assistere famigliari colpiti da patologie. La legge poi si propone di incentivare la conciliazione lavoro/famiglia attraverso la gestione flessibile dell’orario di lavoro (part time e altri istituti, come flexi-time e telelavoro). Il limite dell’impostazione normativa e culturale italiana è una scarsa partecipazione dei padri al lavoro di cura della famiglia, che si traduce in una scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro (che poi, a sua volta, secondo le rilevazioni dei demografi, incide sul basso tasso di natalità italiana).Occorre tuttavia evitare di far coincidere il tema della conciliazione tra vita familiare e lavoro con l’obiettivo della parità uomo-donna nella società e nel mercato del lavoro. Il tema della conciliazione (o, meglio, della con-divisione) tra uomini e donne del lavoro di cura non deve, infatti, oscurare l’obiettivo del benessere del bambino o la cura degli anziani, in un periodo in cui è evidente l’invecchiamento della popolazione. Il saggio si conclude con l’osservazione che, più che il diritto del lavoro, inteso come regolazione eteronoma dei rapporti di lavoro, sono le politiche di welfare, fiscali, assistenziali, dei servizi e della casa che devono essere riorientate, in modo da rendere effettive le condizioni di tutela della famiglia in una società composta da persone davvero pienamente libere e responsabili.
La famiglia nel diritto del lavoro
MAGNANI, MARIELLA
2012-01-01
Abstract
Il saggio, muovendo dall’assunto che il lavoro molto riceve dalla famiglia, si domanda se il diritto del lavoro a sua volta favorisca la famiglia ed in che modo. Così come nel diritto civile, anche nel diritto del lavoro, la nozione di famiglia varia a seconda delle finalità perseguite dal legislatore: si va dalla famiglia nucleare, alla famiglia allargata, alle semplici convivenze, anche more uxorio. Solo recentemente vi è stato un superamento dell’identificazione delle politiche a tutela della famiglia con le politiche a tutela della donna e, in particolare, della maternità. Ciò è avvenuto soprattutto con la legge n. 53/2000, con cui la tutela si estende dalla maternità alla paternità e alle adozioni, si rafforza l’istituto dei congedi parentali e in generale di quelli per gravi motivi familiari, legati all’esigenza di assistere famigliari colpiti da patologie. La legge poi si propone di incentivare la conciliazione lavoro/famiglia attraverso la gestione flessibile dell’orario di lavoro (part time e altri istituti, come flexi-time e telelavoro). Il limite dell’impostazione normativa e culturale italiana è una scarsa partecipazione dei padri al lavoro di cura della famiglia, che si traduce in una scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro (che poi, a sua volta, secondo le rilevazioni dei demografi, incide sul basso tasso di natalità italiana).Occorre tuttavia evitare di far coincidere il tema della conciliazione tra vita familiare e lavoro con l’obiettivo della parità uomo-donna nella società e nel mercato del lavoro. Il tema della conciliazione (o, meglio, della con-divisione) tra uomini e donne del lavoro di cura non deve, infatti, oscurare l’obiettivo del benessere del bambino o la cura degli anziani, in un periodo in cui è evidente l’invecchiamento della popolazione. Il saggio si conclude con l’osservazione che, più che il diritto del lavoro, inteso come regolazione eteronoma dei rapporti di lavoro, sono le politiche di welfare, fiscali, assistenziali, dei servizi e della casa che devono essere riorientate, in modo da rendere effettive le condizioni di tutela della famiglia in una società composta da persone davvero pienamente libere e responsabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.