Il successo nello sport, a qualunque livello, dipende in buona parte dalla “fitness”. Infatti la definizione di fitness prevede l’assenza di malattie acute o croniche. In ogni sport ha cinque elementi caratterizzanti che sono la forza, la velocità, l’endurance, la flessibilità e la destrezza1. Appare altrettanto ovvio che il contributo di ognuno di questi elementi varierà in funzione del tipo di sport praticato e dal loro livello; gli atleti, ed in modo particolare quelli d’elite, dovranno sviluppare ognuna di queste componenti come parte importante della loro preparazione. La metodologia dell’allenamento, per il miglioramento delle capacità energetiche e delle prestazioni sia aerobiche (di resistenza) che anaerobiche (di velocità), diventa fondamentale nell’ottimizzare la prestazione sportiva. Per un preparatore atletico sarà altrettanto fondamentale l’individuazione del sistema energetico principalmente utilizzato nell’esecuzione di una data attività e, in base al principio del sovraccarico, costruire un programma di allenamento che sia in grado di potenziare quel particolare sistema energetico2. Se quindi l’obiettivo è quello di migliorare la prestazione sportiva si pone l’ulteriore problema della misura della prestazione stessa; attraverso di essa è possibile il confronto di dati e dall’interpretazione e analisi di questi si può correggere l’eventuale errore. Il nostro gruppo di lavoro propone un sistema di misura per la rilevazione di grandezze sia biologiche che fisiche in un protocollo centrato su tennisti agonisti. Nel tennis il sistema energetico predominante è rappresentato per il 70% da apporti anaerobici (adenosintrifosfato-fosfocreatina ATP-PC e acido lattico AL), per il 20% apporti misti anaerobici e aerobici ( AL-O2) ed il restante 10% condizioni aerobiche (sistema dell’O2) e la metodologia di allenamento suggerita per sviluppare tali sistemi è l’allenamento intervallato cercando di sviluppare con questo soprattutto la velocità3. La letteratura internazionale propone vari metodi di misura della prestazione o di alcune sue caratteristiche come ad esempio la video modellizzazione della performance4,5, o l’utilizzo del test dinamometrico per la valutazione della forza6, il cicloergometro per la velocità, il treadmill con la valutazione della Vo2 max e della concentrazione di lattato ematico per l’endurance1 o il semplice utilizzo del goniometro o test specifici come il Thomas test per la flessibilità7 ed inoltre l’indagine elettromiografica per lo studio dell’attività muscolare o della fatica8. Esistono inoltre altri sistemi che analizzano il gesto dell’atleta mediante l’analisi cinematica9 oppure la relazione tra il tipo di fibra muscolare e la prestazione fisica utilizzando i tempi di reazione10. La strumentazione proposta dal nostro gruppo di lavoro permette la valutazione sul campo con misure dello standard internazionale in grado di rilevare accelerazioni e attività muscolare.
Misurare la prestazione
LOMBARDI, REMO ANGELO;GANDOLFI, ROBERTO;
2001-01-01
Abstract
Il successo nello sport, a qualunque livello, dipende in buona parte dalla “fitness”. Infatti la definizione di fitness prevede l’assenza di malattie acute o croniche. In ogni sport ha cinque elementi caratterizzanti che sono la forza, la velocità, l’endurance, la flessibilità e la destrezza1. Appare altrettanto ovvio che il contributo di ognuno di questi elementi varierà in funzione del tipo di sport praticato e dal loro livello; gli atleti, ed in modo particolare quelli d’elite, dovranno sviluppare ognuna di queste componenti come parte importante della loro preparazione. La metodologia dell’allenamento, per il miglioramento delle capacità energetiche e delle prestazioni sia aerobiche (di resistenza) che anaerobiche (di velocità), diventa fondamentale nell’ottimizzare la prestazione sportiva. Per un preparatore atletico sarà altrettanto fondamentale l’individuazione del sistema energetico principalmente utilizzato nell’esecuzione di una data attività e, in base al principio del sovraccarico, costruire un programma di allenamento che sia in grado di potenziare quel particolare sistema energetico2. Se quindi l’obiettivo è quello di migliorare la prestazione sportiva si pone l’ulteriore problema della misura della prestazione stessa; attraverso di essa è possibile il confronto di dati e dall’interpretazione e analisi di questi si può correggere l’eventuale errore. Il nostro gruppo di lavoro propone un sistema di misura per la rilevazione di grandezze sia biologiche che fisiche in un protocollo centrato su tennisti agonisti. Nel tennis il sistema energetico predominante è rappresentato per il 70% da apporti anaerobici (adenosintrifosfato-fosfocreatina ATP-PC e acido lattico AL), per il 20% apporti misti anaerobici e aerobici ( AL-O2) ed il restante 10% condizioni aerobiche (sistema dell’O2) e la metodologia di allenamento suggerita per sviluppare tali sistemi è l’allenamento intervallato cercando di sviluppare con questo soprattutto la velocità3. La letteratura internazionale propone vari metodi di misura della prestazione o di alcune sue caratteristiche come ad esempio la video modellizzazione della performance4,5, o l’utilizzo del test dinamometrico per la valutazione della forza6, il cicloergometro per la velocità, il treadmill con la valutazione della Vo2 max e della concentrazione di lattato ematico per l’endurance1 o il semplice utilizzo del goniometro o test specifici come il Thomas test per la flessibilità7 ed inoltre l’indagine elettromiografica per lo studio dell’attività muscolare o della fatica8. Esistono inoltre altri sistemi che analizzano il gesto dell’atleta mediante l’analisi cinematica9 oppure la relazione tra il tipo di fibra muscolare e la prestazione fisica utilizzando i tempi di reazione10. La strumentazione proposta dal nostro gruppo di lavoro permette la valutazione sul campo con misure dello standard internazionale in grado di rilevare accelerazioni e attività muscolare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.