Nel campo dello studio e conservazione degli strumenti musicali, gli organi sono da sempre tra i manufatti storici più importanti e interessati da tipologie di degrado tra le più complesse, soprattutto in relazione alle caratteristiche del materiale costituente le canne, responsabile della buona resa acustica dello strumento. Nel corso dei secoli si hanno testimonianze di canne d’organo costituite da materiali di diversa natura: avorio, legno o cartone; le leghe metalliche ricche in stagno e quelle ricche in piombo sono certamente tra le più diffuse. Le leghe metalliche sono però oggetto, nel tempo, di differenti fenomeni di degrado che provocano la disgregazione di intere parti della canna. Il degrado delle leghe ricche in stagno avviene essenzialmente attraverso due processi: la corrosione e la trasformazione allotropica dello stagno, definita “peste dello stagno”. In entrambi i casi, le canne degradate mostrano la presenza in superficie di “pustole scure”, fratture, esfoliazioni che portano alla formazione di crateri e fori. Questo tipo di degrado è tra i più documentati, ma le reali cause che determinano il passaggio di fase cristallina dello stagno e la conseguente alterazione non sono ancora definitivamente chiarite. Allo stesso modo, le leghe ricche in piombo possono essere affette da fenomeni di corrosione superficiale, dovuti principalmente all’interazione con l’ambiente circostante e con i materiali con cui sono a contatto. In particolare temperatura, umidità relativa e la presenza di vapori acidi, come acido acetico e acido formico emessi dalle parti lignee dell’organo, sono causa di processi di corrosione. I processi di alterazione in questo caso riguardano i fenomeni corrosivi della lega costituente le canne, con conseguente produzione di sali superficiali e modificazioni strutturali, acustiche e cromatiche. Lo studio è strettamente correlato all’intervento di restauro di due organi storici italiani eseguiti dalla Fabbrica d’Organi Inzoli Cav. Pacifico e F. di Bonizzi F.lli: 1. Organo positivo a trasmissione meccanica. Autore Francesco D’Onofrio da Caccavone (1756/57), Chiesa di San Giovanni Battista, Montedorisio (Chieti). Anno Restauro: 2005. 2. Organo a trasmissione meccanica. Autore Fratelli Lingiardi (1890), Chiesa di San Lanfranco, Pavia. Anno Restauro: 1995. Il lavoro di ricerca prende in considerazione due set di frammenti di leghe metalliche di canne d’organo provenienti dal restauro dei due organi, unitamente a frammenti di lamina metallica riconducibili ad organi storici italiani di età compresa tra il XVII e il XIX secolo. Il primo set è costituito da lamine in lega ricca in stagno mentre il secondo in lega ricca in piombo. Lo studio approfondisce la conoscenza dei fenomeni di degrado delle canne d’organo mediante una completa caratterizzazione materica delle lamine. A tal fine, tutti i campioni sono stati sottoposti ad indagini di tipo non invasivo e microdistruttivo: osservazioni mediante Stereo Microscopio Ottico (SMO), spettroscopia di Fluorescenza a Raggi X (XRF), Microscopio Elettronico a Scansione equipaggiato con sonda a Dispersione di Energia (SEM-EDX), osservazioni al Microscopio Ottico (MO) di sezioni trasversali, Diffrazione ai Raggi X (XRD).

Canne d’organo: caratterizzazione del degrado di leghe metalliche ricerche e studi applicati

ALBANO, MICHELA;FICHERA, GIUSJ VALENTINA;MILANESE, CHIARA;ROVETTA, TOMMASO;MALAGODI, MARCO
2016-01-01

Abstract

Nel campo dello studio e conservazione degli strumenti musicali, gli organi sono da sempre tra i manufatti storici più importanti e interessati da tipologie di degrado tra le più complesse, soprattutto in relazione alle caratteristiche del materiale costituente le canne, responsabile della buona resa acustica dello strumento. Nel corso dei secoli si hanno testimonianze di canne d’organo costituite da materiali di diversa natura: avorio, legno o cartone; le leghe metalliche ricche in stagno e quelle ricche in piombo sono certamente tra le più diffuse. Le leghe metalliche sono però oggetto, nel tempo, di differenti fenomeni di degrado che provocano la disgregazione di intere parti della canna. Il degrado delle leghe ricche in stagno avviene essenzialmente attraverso due processi: la corrosione e la trasformazione allotropica dello stagno, definita “peste dello stagno”. In entrambi i casi, le canne degradate mostrano la presenza in superficie di “pustole scure”, fratture, esfoliazioni che portano alla formazione di crateri e fori. Questo tipo di degrado è tra i più documentati, ma le reali cause che determinano il passaggio di fase cristallina dello stagno e la conseguente alterazione non sono ancora definitivamente chiarite. Allo stesso modo, le leghe ricche in piombo possono essere affette da fenomeni di corrosione superficiale, dovuti principalmente all’interazione con l’ambiente circostante e con i materiali con cui sono a contatto. In particolare temperatura, umidità relativa e la presenza di vapori acidi, come acido acetico e acido formico emessi dalle parti lignee dell’organo, sono causa di processi di corrosione. I processi di alterazione in questo caso riguardano i fenomeni corrosivi della lega costituente le canne, con conseguente produzione di sali superficiali e modificazioni strutturali, acustiche e cromatiche. Lo studio è strettamente correlato all’intervento di restauro di due organi storici italiani eseguiti dalla Fabbrica d’Organi Inzoli Cav. Pacifico e F. di Bonizzi F.lli: 1. Organo positivo a trasmissione meccanica. Autore Francesco D’Onofrio da Caccavone (1756/57), Chiesa di San Giovanni Battista, Montedorisio (Chieti). Anno Restauro: 2005. 2. Organo a trasmissione meccanica. Autore Fratelli Lingiardi (1890), Chiesa di San Lanfranco, Pavia. Anno Restauro: 1995. Il lavoro di ricerca prende in considerazione due set di frammenti di leghe metalliche di canne d’organo provenienti dal restauro dei due organi, unitamente a frammenti di lamina metallica riconducibili ad organi storici italiani di età compresa tra il XVII e il XIX secolo. Il primo set è costituito da lamine in lega ricca in stagno mentre il secondo in lega ricca in piombo. Lo studio approfondisce la conoscenza dei fenomeni di degrado delle canne d’organo mediante una completa caratterizzazione materica delle lamine. A tal fine, tutti i campioni sono stati sottoposti ad indagini di tipo non invasivo e microdistruttivo: osservazioni mediante Stereo Microscopio Ottico (SMO), spettroscopia di Fluorescenza a Raggi X (XRF), Microscopio Elettronico a Scansione equipaggiato con sonda a Dispersione di Energia (SEM-EDX), osservazioni al Microscopio Ottico (MO) di sezioni trasversali, Diffrazione ai Raggi X (XRD).
2016
Lo stato dell'Arte
9788840444581
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1181651
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