Nell'entomologia forense il calcolo di un accurato PMI (Post Mortem Interval) svolge un ruolo cruciale per il prosieguo delle indagini che hanno come oggetto cadaveri interessati da successive colonizzazzioni di entomofauna. L'approccio morfologico classico prevede l'identificazione tassonomica dell'organismo repertato sulla base di compendi entomologici, la quale risulta più difficoltosa nel momento in cui vengono prelevati stadi immaturi, giovanili o specie criptiche. La tecnica del DNA barcoding è un utile strumento molecolare che si propone come complemento al tradizionale riconoscimento morfologico, analizzando la variabilità di marker mitocondriali (cox1) ormai ampiamente utilizzati nella caratterizzazione molecolare dei Metazoi. La metodica consente di velocizzare la discriminazione interspecifica soprattutto in individui morfologicamente indistinguibili e perciò, in assenza di evidenze molecolari, identificabili solamente dopo un opportuno periodo di allevamento. Poiché diverse specie di ditteri trascorrono più del 50% del loro sviluppo nello stadio pupale, risulta chiara l'importanza di una precisa ed univoca identificazione qualora, al momento del rinvenimento, manifestino ancora caratteristiche del tutto indifferenziate. Recenti studi insistono sull'analisi della regione mitocondriale cox1 in insetti di interesse forense per tentare di individuare su vasta scala delle regioni geografiche caratterizzate da una specifica entomofauna, coadiuvando e orientando in questo modo gli inquirenti a formulare verosimili ipotesi su eventuali spostamenti del cadavere e incompatibilità tra luogo del ritrovamento ed entomofauna associata. L'esperimento emulativo è stato condotto su campioni di Sus scrofa esposti in ambiente aperto ed urbano (45°30'42''N, 9°12'30''E), e la sua realizzazione ha prodotto un riferimento identificativo molecolare dell'entomofauna di interesse forense nel nord Italia.

IL DNA BARCODING E L’IDENTIFICAZIONE DI INSETTI (DIPTERA) RILEVANTI IN AMBITO FORENSE NEL NORD ITALIA (MILANO)

ADRIANA BELLATI;
2008-01-01

Abstract

Nell'entomologia forense il calcolo di un accurato PMI (Post Mortem Interval) svolge un ruolo cruciale per il prosieguo delle indagini che hanno come oggetto cadaveri interessati da successive colonizzazzioni di entomofauna. L'approccio morfologico classico prevede l'identificazione tassonomica dell'organismo repertato sulla base di compendi entomologici, la quale risulta più difficoltosa nel momento in cui vengono prelevati stadi immaturi, giovanili o specie criptiche. La tecnica del DNA barcoding è un utile strumento molecolare che si propone come complemento al tradizionale riconoscimento morfologico, analizzando la variabilità di marker mitocondriali (cox1) ormai ampiamente utilizzati nella caratterizzazione molecolare dei Metazoi. La metodica consente di velocizzare la discriminazione interspecifica soprattutto in individui morfologicamente indistinguibili e perciò, in assenza di evidenze molecolari, identificabili solamente dopo un opportuno periodo di allevamento. Poiché diverse specie di ditteri trascorrono più del 50% del loro sviluppo nello stadio pupale, risulta chiara l'importanza di una precisa ed univoca identificazione qualora, al momento del rinvenimento, manifestino ancora caratteristiche del tutto indifferenziate. Recenti studi insistono sull'analisi della regione mitocondriale cox1 in insetti di interesse forense per tentare di individuare su vasta scala delle regioni geografiche caratterizzate da una specifica entomofauna, coadiuvando e orientando in questo modo gli inquirenti a formulare verosimili ipotesi su eventuali spostamenti del cadavere e incompatibilità tra luogo del ritrovamento ed entomofauna associata. L'esperimento emulativo è stato condotto su campioni di Sus scrofa esposti in ambiente aperto ed urbano (45°30'42''N, 9°12'30''E), e la sua realizzazione ha prodotto un riferimento identificativo molecolare dell'entomofauna di interesse forense nel nord Italia.
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