Obiettivi. Verificare la frequenza con la quale agricoltori e allevatori giungono all’osservazione del medico del lavoro ospedaliero, acquisendo nel contempo informazioni, utilizzabili in ambito preventivo, sui rischi occupazionali ai quali essi sono esposti e sul loro stato di salute. Materiali e metodi. Mediante il Sistema Informativo Ospedaliero (SIO) sono stati identificati i pazienti afferiti al nostro ambulatorio nel periodo gennaio 2000 – dicembre 2015, che avessero lavorato per almeno un anno in ambito agro-zootecnico. Dalla documentazione dei singoli casi sono stati quindi ricavati i dati relativi a mansioni e rischi, patologie diagnosticate ed eventuali correlazioni causali. Risultati. La casistica comprende 39 soggetti (su un totale di 6089 utenti), 2 dei quali di sesso femminile, d’età compresa tra 19 e 82 anni (media: 52,8), con anzianità lavorativa (attuale o pregressa) nei settori d’interesse compresa tra 1 e 72 anni (media: 31,4). Tutti tranne 3 avevano lavorato come agricoltori/viticoltori, in genere con più di una mansione: conduzione trattori e macchine agricole (attività svolta dal 75% dei casi), semina e raccolta, manutenzione macchinari e attrezzature, potatura, taglio della legna, coltivazione del riso, attività agrotecniche, amministrative e dirigenziali. Ventuno soggetti avevano svolto mansioni relative all’allevamento di animali: alimentazione e cura del bestiame, pulizia stalle, mungitura, fecondazione assistita, produzione biogas. L’anamnesi lavorativa ha identificato esposizioni comuni a tutta la casistica: fattori di rischio infortunistico (principalmente agenti meccanici), agenti climatici e atmosferici, posture disergonomiche, movimentazione manuale di carichi, movimenti ripetitivi dell’arto superiore (spesso associati all’impiego di strumenti vibranti), rumore. Altre noxae frequentemente riscontrate sono: vibrazioni trasmesse al corpo intero (trattoristi), amianto (vecchi manufatti e macchinari), fitofarmaci, allergeni animali e vegetali, agenti biologici (rischio di tetano e zoonosi), stress e costrittività organizzative (lavori stagionali). Solo 5 soggetti risultavano sottoposti a sorveglianza sanitaria. Cinque pazienti presentavano esiti di pregressi infortuni sul lavoro (osteoarticolari), 14 erano affetti da disordini muscolo-scheletrici, 10 da malattie respiratorie, i rimanenti da patologie a carico di altri distretti (tra cui 4 cardio-operati, giunti all’osservazione per valutazione della capacità lavorativa residua). Un nesso di causa con il lavoro è stato riconosciuto in 7 pazienti, per un totale di 12 malattie segnalate alle Autorità competenti come professionali: 5 casi di spondilodiscopatìa lombare, 3 tendinopatie della cuffia dei rotatori, 3 patologie asbesto-correlate (due casi di mesotelioma maligno della pleura, uno di placche e ispessimenti pleurici), un caso di ipoacusia da rumore. Conclusioni. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni in ambito preventivo, agricoltura e zootecnia continuano a presentare molteplici fattori di rischio professionali. Ciò nonostante, i lavoratori di tali settori assai raramente sono soggetti a sorveglianza sanitaria, o inviati in ospedale per visita specialistica di medicina del lavoro. Quando questo avviene, sono spesso riscontrabili diverse patologie (soprattutto muscolo-scheletriche e respiratorie), talora associate, che pongono complesse problematiche circa l’attribuzione del nesso di causa con l’attività svolta.

Rischi professionali e salute in ambito agro-zootecnico: casistica ambulatoriale ospedaliera

Nathalie Tedeschi
Writing – Original Draft Preparation
;
MEZZADRA, MAURO;Stefano M. Candura
Writing – Review & Editing
2017-01-01

Abstract

Obiettivi. Verificare la frequenza con la quale agricoltori e allevatori giungono all’osservazione del medico del lavoro ospedaliero, acquisendo nel contempo informazioni, utilizzabili in ambito preventivo, sui rischi occupazionali ai quali essi sono esposti e sul loro stato di salute. Materiali e metodi. Mediante il Sistema Informativo Ospedaliero (SIO) sono stati identificati i pazienti afferiti al nostro ambulatorio nel periodo gennaio 2000 – dicembre 2015, che avessero lavorato per almeno un anno in ambito agro-zootecnico. Dalla documentazione dei singoli casi sono stati quindi ricavati i dati relativi a mansioni e rischi, patologie diagnosticate ed eventuali correlazioni causali. Risultati. La casistica comprende 39 soggetti (su un totale di 6089 utenti), 2 dei quali di sesso femminile, d’età compresa tra 19 e 82 anni (media: 52,8), con anzianità lavorativa (attuale o pregressa) nei settori d’interesse compresa tra 1 e 72 anni (media: 31,4). Tutti tranne 3 avevano lavorato come agricoltori/viticoltori, in genere con più di una mansione: conduzione trattori e macchine agricole (attività svolta dal 75% dei casi), semina e raccolta, manutenzione macchinari e attrezzature, potatura, taglio della legna, coltivazione del riso, attività agrotecniche, amministrative e dirigenziali. Ventuno soggetti avevano svolto mansioni relative all’allevamento di animali: alimentazione e cura del bestiame, pulizia stalle, mungitura, fecondazione assistita, produzione biogas. L’anamnesi lavorativa ha identificato esposizioni comuni a tutta la casistica: fattori di rischio infortunistico (principalmente agenti meccanici), agenti climatici e atmosferici, posture disergonomiche, movimentazione manuale di carichi, movimenti ripetitivi dell’arto superiore (spesso associati all’impiego di strumenti vibranti), rumore. Altre noxae frequentemente riscontrate sono: vibrazioni trasmesse al corpo intero (trattoristi), amianto (vecchi manufatti e macchinari), fitofarmaci, allergeni animali e vegetali, agenti biologici (rischio di tetano e zoonosi), stress e costrittività organizzative (lavori stagionali). Solo 5 soggetti risultavano sottoposti a sorveglianza sanitaria. Cinque pazienti presentavano esiti di pregressi infortuni sul lavoro (osteoarticolari), 14 erano affetti da disordini muscolo-scheletrici, 10 da malattie respiratorie, i rimanenti da patologie a carico di altri distretti (tra cui 4 cardio-operati, giunti all’osservazione per valutazione della capacità lavorativa residua). Un nesso di causa con il lavoro è stato riconosciuto in 7 pazienti, per un totale di 12 malattie segnalate alle Autorità competenti come professionali: 5 casi di spondilodiscopatìa lombare, 3 tendinopatie della cuffia dei rotatori, 3 patologie asbesto-correlate (due casi di mesotelioma maligno della pleura, uno di placche e ispessimenti pleurici), un caso di ipoacusia da rumore. Conclusioni. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni in ambito preventivo, agricoltura e zootecnia continuano a presentare molteplici fattori di rischio professionali. Ciò nonostante, i lavoratori di tali settori assai raramente sono soggetti a sorveglianza sanitaria, o inviati in ospedale per visita specialistica di medicina del lavoro. Quando questo avviene, sono spesso riscontrabili diverse patologie (soprattutto muscolo-scheletriche e respiratorie), talora associate, che pongono complesse problematiche circa l’attribuzione del nesso di causa con l’attività svolta.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1218687
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