Introduzione Nonostante l’elevata prevalenza di nefropatie croniche nella popolazione generale (secondo alcune stime in Italia superiore al 10%) e quindi in quella lavorativa, non esistono nella letteratura scientifica specifiche linee guida sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori affetti da malattie renali (ed eventualmente sottoposti a trattamento dialitico o trapianto renale). Alcune indicazioni sono state recentemente fornite da Franchini e Bergamaschi. Obiettivi Analisi delle problematiche lavorative poste da 3 casi di insufficienza renale cronica. Metodi Valutazione interdisciplinare: medicina del lavoro e nefrologia. Risultati Caso 1 (54 anni): ausiliario di vendita in supermercato dall’età di 23 anni. A 32 anni, diagnosi di rene policistico (forma autosomica dominante: ADPKD) e ipertensione arteriosa. A 40 anni insorgenza di lombalgia per spondilodiscopatia. Avvia contenzioso per ottenere limitazioni alla mansione, concluso con giudizio dell’Organo di vigilanza (controindicate: mansioni comportanti MMC > 10 kg, mantenimento prolungato di stazione fissa, deambulazioni reiterate). A 52 anni peggioramento clinico con confezionamento di fistola artero-venosa per emodialisi; attualmente in terapia dialitica. Avvia azione penale contro il datore di lavoro per lesioni personali, con esito negativo dopo consulenza tecnica disposta dalla Procura. Caso 2 (43 anni): visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) di preparatore merci in supermercato dall’età di 28 anni. A 30 anni, riscontro di insufficienza renale terminale da glomerulonefrite non accertata istologicamente richiedente dialisi eseguita per 10 anni, successivo trapianto renale. Giudicata idonea con le seguenti limitazioni: non concessa MMC > 5 kg (almeno per i primi 6 mesi); vietato l'utilizzo di transpallet con salita a bordo; vietati i lavori in altezza; evitare sbalzi termici eccessivi. Caso 3 (47 anni): visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) di operaio generico con anamnesi di malattia renale cronica secondaria a reflusso vescico-ureterale comportante nefrectomia destra e ureteroplastica sinistra (1997), inizio dialisi (1999), trapianto renale (2001). Inoltre, dal 2013 seguito dal CPS di competenza per ritardo mentale lieve e disturbo dell'adattamento. Idoneo con la seguente limitazione: non concessa MMC > 10 kg. Inoltre, si raccomanda di organizzare il lavoro con la giusta tempistica e di richiedere l'osservanza dei tempi stessi; evitando di sovraccaricare le giornate lavorative con più compiti in un arco di tempo troppo ristretto. Conclusione I lavoratori affetti da patologie renali sono frequenti nella pratica della medicina del lavoro. Essi pongono il duplice problema dell’idoneità alla mansione e del nesso di causa fra lavoro e patologia da cui sono affetti. Esiste una criticità decisionale per mancanza di linee guida, solo in parte ovviata da visite di secondo livello.
Le problematiche lavorative del nefropatico: considerazioni su 3 casi clinici
Raffaella Manco
;Jenny Mancin;Annalisa Vaudano;Alessia Gallozzi;Giovanni Malgara;Maria Carmela Mongiovì;Stefano M. Candura
2019-01-01
Abstract
Introduzione Nonostante l’elevata prevalenza di nefropatie croniche nella popolazione generale (secondo alcune stime in Italia superiore al 10%) e quindi in quella lavorativa, non esistono nella letteratura scientifica specifiche linee guida sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori affetti da malattie renali (ed eventualmente sottoposti a trattamento dialitico o trapianto renale). Alcune indicazioni sono state recentemente fornite da Franchini e Bergamaschi. Obiettivi Analisi delle problematiche lavorative poste da 3 casi di insufficienza renale cronica. Metodi Valutazione interdisciplinare: medicina del lavoro e nefrologia. Risultati Caso 1 (54 anni): ausiliario di vendita in supermercato dall’età di 23 anni. A 32 anni, diagnosi di rene policistico (forma autosomica dominante: ADPKD) e ipertensione arteriosa. A 40 anni insorgenza di lombalgia per spondilodiscopatia. Avvia contenzioso per ottenere limitazioni alla mansione, concluso con giudizio dell’Organo di vigilanza (controindicate: mansioni comportanti MMC > 10 kg, mantenimento prolungato di stazione fissa, deambulazioni reiterate). A 52 anni peggioramento clinico con confezionamento di fistola artero-venosa per emodialisi; attualmente in terapia dialitica. Avvia azione penale contro il datore di lavoro per lesioni personali, con esito negativo dopo consulenza tecnica disposta dalla Procura. Caso 2 (43 anni): visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) di preparatore merci in supermercato dall’età di 28 anni. A 30 anni, riscontro di insufficienza renale terminale da glomerulonefrite non accertata istologicamente richiedente dialisi eseguita per 10 anni, successivo trapianto renale. Giudicata idonea con le seguenti limitazioni: non concessa MMC > 5 kg (almeno per i primi 6 mesi); vietato l'utilizzo di transpallet con salita a bordo; vietati i lavori in altezza; evitare sbalzi termici eccessivi. Caso 3 (47 anni): visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) di operaio generico con anamnesi di malattia renale cronica secondaria a reflusso vescico-ureterale comportante nefrectomia destra e ureteroplastica sinistra (1997), inizio dialisi (1999), trapianto renale (2001). Inoltre, dal 2013 seguito dal CPS di competenza per ritardo mentale lieve e disturbo dell'adattamento. Idoneo con la seguente limitazione: non concessa MMC > 10 kg. Inoltre, si raccomanda di organizzare il lavoro con la giusta tempistica e di richiedere l'osservanza dei tempi stessi; evitando di sovraccaricare le giornate lavorative con più compiti in un arco di tempo troppo ristretto. Conclusione I lavoratori affetti da patologie renali sono frequenti nella pratica della medicina del lavoro. Essi pongono il duplice problema dell’idoneità alla mansione e del nesso di causa fra lavoro e patologia da cui sono affetti. Esiste una criticità decisionale per mancanza di linee guida, solo in parte ovviata da visite di secondo livello.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.