La Psicologia a Pavia ha avuto inizio con Ornella Andreani dall’intreccio di due fonti: la dimensione applicativa, con una forte connotazione pratica e sociale (Laboratorio di Psicologia Applicata al Lavoro e alla Scuola dell’Università di Pavia, presso la Clinica di Medicina del Lavoro) e la dimensione teorica e didattica (presso la Facoltà di Lettere e Filosofia). Da un lato quindi ricerche sulle abilità mentali, percettive e motorie e sullo sviluppo mentale nell’ambito della scuola, vista come ambito di impegno ineludibile per la psicologia; dall’altro ricerche su intelligenza e memoria, e l’impegno nell’ambito della psicologia generale e dell’aspetto istituzionale della psicologia (società scientifiche nazionali e internazionali, collaborazioni con altre sedi, in particolare milanesi, sviluppo di scuola di specializzazione, dottorato, poi del corso di laurea). Entrambe queste dimensioni sono state sempre accomunate dal contrasto a una psicologia “da salotto” e basata sulle impressioni soggettive, che in anni passati sembrava avanzare presso un pubblico anche colto, e la difesa strenua della psicologia scientifica in quanto basata sulla ricerca e sulle prove empiriche. Non senza un forte impegno sugli aspetti metodologici: mettere alla prova le ipotesi fino allo sfinimento, con insistenza sul ripetere analisi, sulle verifiche, senza arrendersi, magari fino a far quasi disperare chi elaborava i dati (ma sempre esigendo la fedeltà al dato). Si è trattato di coniugare la funzione sociale e di aiuto (segnata in Ornella Andreani anche dalla passione per la funzione educativa e dall’esperienza partigiana, per cui il fratello dette la vita) con quella teorica e di verità, per cui sosteneva che senza dati l’interpretazione è vuota. Ciò la pose anche in parziale polemica con la pretesa della filosofia di allora di guidare la psicologia, e con la psicoanalisi, affascinante ma non abbastanza basata su prove e dati (anche se nello staff dell’allora Istituto c’era Silvia Vegetti Finzi, nota per le sue riflessioni sulla psicoanalisi). Negli anni successivi le varie funzioni (ricerca di psicologia cognitiva, psicologia applicata e del lavoro, orientamento e psicologia educativa, neuropsicologia, psicologia dello sviluppo, aspetti metodologici e aspetti clinici) hanno trovato persone e gruppi che li avrebbero sviluppati con impegni specifici. Con gli ultimi anni del secolo scorso e l’inizio del nuovo, l’allora Istituto si è arricchito di nuovi docenti, insieme con una folta schiera di giovani dottorandi e ricercatori, ed ha dato luogo a corsi di Laurea, poi a un Dipartimento autonomo (ora di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, insieme a Neurologia, Psichiatria, Neuropsichiatria infantile, attualmente diretto dallo psicologo prof Tomaso Vecchi). I principi da cui era nato il lavoro psicologico in questa sede sono stati mantenuti ma sviluppati in più modi originali, con ottimi risultati sia nel livello della ricerca che nell’apprezzamento di studenti e allievi.

Ornella Andreani e l’Istituto di Psicologia dell’Università di Pavia

ZANETTI
2019-01-01

Abstract

La Psicologia a Pavia ha avuto inizio con Ornella Andreani dall’intreccio di due fonti: la dimensione applicativa, con una forte connotazione pratica e sociale (Laboratorio di Psicologia Applicata al Lavoro e alla Scuola dell’Università di Pavia, presso la Clinica di Medicina del Lavoro) e la dimensione teorica e didattica (presso la Facoltà di Lettere e Filosofia). Da un lato quindi ricerche sulle abilità mentali, percettive e motorie e sullo sviluppo mentale nell’ambito della scuola, vista come ambito di impegno ineludibile per la psicologia; dall’altro ricerche su intelligenza e memoria, e l’impegno nell’ambito della psicologia generale e dell’aspetto istituzionale della psicologia (società scientifiche nazionali e internazionali, collaborazioni con altre sedi, in particolare milanesi, sviluppo di scuola di specializzazione, dottorato, poi del corso di laurea). Entrambe queste dimensioni sono state sempre accomunate dal contrasto a una psicologia “da salotto” e basata sulle impressioni soggettive, che in anni passati sembrava avanzare presso un pubblico anche colto, e la difesa strenua della psicologia scientifica in quanto basata sulla ricerca e sulle prove empiriche. Non senza un forte impegno sugli aspetti metodologici: mettere alla prova le ipotesi fino allo sfinimento, con insistenza sul ripetere analisi, sulle verifiche, senza arrendersi, magari fino a far quasi disperare chi elaborava i dati (ma sempre esigendo la fedeltà al dato). Si è trattato di coniugare la funzione sociale e di aiuto (segnata in Ornella Andreani anche dalla passione per la funzione educativa e dall’esperienza partigiana, per cui il fratello dette la vita) con quella teorica e di verità, per cui sosteneva che senza dati l’interpretazione è vuota. Ciò la pose anche in parziale polemica con la pretesa della filosofia di allora di guidare la psicologia, e con la psicoanalisi, affascinante ma non abbastanza basata su prove e dati (anche se nello staff dell’allora Istituto c’era Silvia Vegetti Finzi, nota per le sue riflessioni sulla psicoanalisi). Negli anni successivi le varie funzioni (ricerca di psicologia cognitiva, psicologia applicata e del lavoro, orientamento e psicologia educativa, neuropsicologia, psicologia dello sviluppo, aspetti metodologici e aspetti clinici) hanno trovato persone e gruppi che li avrebbero sviluppati con impegni specifici. Con gli ultimi anni del secolo scorso e l’inizio del nuovo, l’allora Istituto si è arricchito di nuovi docenti, insieme con una folta schiera di giovani dottorandi e ricercatori, ed ha dato luogo a corsi di Laurea, poi a un Dipartimento autonomo (ora di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, insieme a Neurologia, Psichiatria, Neuropsichiatria infantile, attualmente diretto dallo psicologo prof Tomaso Vecchi). I principi da cui era nato il lavoro psicologico in questa sede sono stati mantenuti ma sviluppati in più modi originali, con ottimi risultati sia nel livello della ricerca che nell’apprezzamento di studenti e allievi.
2019
978-88-6760-652-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1344696
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