Il metodo della ricostruzione della curva di distribuzione dei tempi di ritenzione (RTD) per la verifica sperimentale del comportamento idrodinamico dei diversi bacini che costituiscono un impianto di depurazione è stato proposto in Italia a partire dalla fine degli anni ’70. Tale verifica sperimentale permette di evidenziare possibili “difetti” sui comparti esaminati, tra cui i più diffusi sono spazi morti e cortocircuitazioni (by-pass). Il livello di informazione “globale” fornito dall’RTD può essere utilmente integrato da tecniche (sperimentali o numeriche) proprie dell’analisi idraulica (CFD) in grado caratterizzare il comportamento idrodinamico locale, consentendo la localizzazione dell’anomalia. Nel caso specifico del reattore biologico qui analizzato (processo termofilo a fanghi attivi di una piattaforma di trattamento di rifiuti liquidi), l’applicazione del metodo RTD ha permesso di individuare l’esistenza di un volume morto quantificabile in circa il 30% del volume totale. La simulazione numerica ha poi fornito una indicazione sulla sua localizzazione all’interno della vasca. Il lavoro presentato costituisce un esempio di connessione tra i due approcci, dalla cui integrazione possono nascere sviluppi interessanti sia sul piano applicativo che sul piano scientifico.
Verifica integrata del comportamento idrodinamico di un reattore biologico mediante metodo RTD e modelli numerici
GALLATI, MARIO;BERTANZA, GIORGIO;SIBILLA, STEFANO;COLLIVIGNARELLI, MARIA CRISTINA;GAZZOLA, ELISA
2007-01-01
Abstract
Il metodo della ricostruzione della curva di distribuzione dei tempi di ritenzione (RTD) per la verifica sperimentale del comportamento idrodinamico dei diversi bacini che costituiscono un impianto di depurazione è stato proposto in Italia a partire dalla fine degli anni ’70. Tale verifica sperimentale permette di evidenziare possibili “difetti” sui comparti esaminati, tra cui i più diffusi sono spazi morti e cortocircuitazioni (by-pass). Il livello di informazione “globale” fornito dall’RTD può essere utilmente integrato da tecniche (sperimentali o numeriche) proprie dell’analisi idraulica (CFD) in grado caratterizzare il comportamento idrodinamico locale, consentendo la localizzazione dell’anomalia. Nel caso specifico del reattore biologico qui analizzato (processo termofilo a fanghi attivi di una piattaforma di trattamento di rifiuti liquidi), l’applicazione del metodo RTD ha permesso di individuare l’esistenza di un volume morto quantificabile in circa il 30% del volume totale. La simulazione numerica ha poi fornito una indicazione sulla sua localizzazione all’interno della vasca. Il lavoro presentato costituisce un esempio di connessione tra i due approcci, dalla cui integrazione possono nascere sviluppi interessanti sia sul piano applicativo che sul piano scientifico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.