Il contributo è stato presentato a un convegno di storici e diplomatisti impegnati a dibattere della cultura scritta fra Danubio e Adriatico nel basso medioevo. All'epoca dei grandi concili di riforma e delle discussioni sul peso da attribuire all'estrazione sociale o alla preparazione culturale nell'assegnazione dei benefici ecclesiastici, si è inteso esaminare il significato che la formazione accademica poté avere nello stile di governo di quegli "ignobiles docti" che proprio agli studi dovettero la loro carriera sia nelle corti (i cosiddetti "gelehrte Raete") sia nella chiesa d'ufficio. L'indagine verte non solo sulla prassi amministrativa, con le novità in fatto di conservazione documentaria e di produzione di nuove "scritture pragmatiche", ma anche sull'impegno diretto nella revisione (e rivendicazione) degli iura episcopali, grazie alle competenze non solo giuridiche, ma squisitamente diplomatistiche maturate durante gli studi. Gli strumenti del diritto, della storia e della filologia risultano adottati a difesa degli episcopati; l'attenzione proprio a quelle littere con cui uomini dotti "non minus tutentur patriam quam milites armate milicie suis armis", apre nuove piste di ricerca per l'impatto della cultura scritta di età umanistica sulle corti e sulle chiese dell'Impero.

Macht der Schrift - Ohnmacht der Gelehrten? Philologie im Dienst der Politik am Beispiel von Trient und Brixen (15. Jahrhundert)

RANDO, DANIELA
2007-01-01

Abstract

Il contributo è stato presentato a un convegno di storici e diplomatisti impegnati a dibattere della cultura scritta fra Danubio e Adriatico nel basso medioevo. All'epoca dei grandi concili di riforma e delle discussioni sul peso da attribuire all'estrazione sociale o alla preparazione culturale nell'assegnazione dei benefici ecclesiastici, si è inteso esaminare il significato che la formazione accademica poté avere nello stile di governo di quegli "ignobiles docti" che proprio agli studi dovettero la loro carriera sia nelle corti (i cosiddetti "gelehrte Raete") sia nella chiesa d'ufficio. L'indagine verte non solo sulla prassi amministrativa, con le novità in fatto di conservazione documentaria e di produzione di nuove "scritture pragmatiche", ma anche sull'impegno diretto nella revisione (e rivendicazione) degli iura episcopali, grazie alle competenze non solo giuridiche, ma squisitamente diplomatistiche maturate durante gli studi. Gli strumenti del diritto, della storia e della filologia risultano adottati a difesa degli episcopati; l'attenzione proprio a quelle littere con cui uomini dotti "non minus tutentur patriam quam milites armate milicie suis armis", apre nuove piste di ricerca per l'impatto della cultura scritta di età umanistica sulle corti e sulle chiese dell'Impero.
2007
9783851298062
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/139518
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