Il racconto di episodi significativi o anche di eventi minuti del ‘commercio culturale’ sviluppatosi tra l’Oriente e l’Italia in forma consistente dalla fine del sec. XIV, dopo la venuta a Firenze di Manuele Crisolora quale maestro di greco, fornisce e indica tracce fruttuose per ulteriori ricerche filologiche e storiche. I manoscritti, in cui ci si imbatte, spesso rivelano elementi o frammenti di storia e di vita culturale assenti presso altre fonti; accurate e puntigliose ricerche poi fanno emergere una Costantinopoli prima dell’ {alwsi" come una officina notevolmente attiva per soddisfare le richieste degli eruditi e dei collezionisti italiani, ma altrettanto vivace anche dopo la caduta in mano ottomana, contro l’opinione invalsa che la vedrebbe ormai annientata nel suo elemento ellenofono. Nel sec. XVI, in condizioni favorevoli nei rapporti con le autorità turche e in presenza del tentativo di dare un riassetto organizzativo pure in campo religioso con una politica di rigore, Costantinopoli è fornitrice di testi greci all’Europa attraverso la mediazione dell’Italia: gli intellettuali e i copisti, prima emigrati in Italia, ora rientrati in patria, svolgono mansioni ufficiali, come Manuel Malaxos, mantengono e intrecciano nuove relazioni con frequenti spostamenti tra Oriente e Occidente, tra legati imperiali, ambasciatori di casa Asburgica e il sultano Solimano II.
Dalle terre d'Oriente alla provincia dell'Umanesimo fra le pagine dei libri
CORTESI, MARIAROSA
2008-01-01
Abstract
Il racconto di episodi significativi o anche di eventi minuti del ‘commercio culturale’ sviluppatosi tra l’Oriente e l’Italia in forma consistente dalla fine del sec. XIV, dopo la venuta a Firenze di Manuele Crisolora quale maestro di greco, fornisce e indica tracce fruttuose per ulteriori ricerche filologiche e storiche. I manoscritti, in cui ci si imbatte, spesso rivelano elementi o frammenti di storia e di vita culturale assenti presso altre fonti; accurate e puntigliose ricerche poi fanno emergere una Costantinopoli prima dell’ {alwsi" come una officina notevolmente attiva per soddisfare le richieste degli eruditi e dei collezionisti italiani, ma altrettanto vivace anche dopo la caduta in mano ottomana, contro l’opinione invalsa che la vedrebbe ormai annientata nel suo elemento ellenofono. Nel sec. XVI, in condizioni favorevoli nei rapporti con le autorità turche e in presenza del tentativo di dare un riassetto organizzativo pure in campo religioso con una politica di rigore, Costantinopoli è fornitrice di testi greci all’Europa attraverso la mediazione dell’Italia: gli intellettuali e i copisti, prima emigrati in Italia, ora rientrati in patria, svolgono mansioni ufficiali, come Manuel Malaxos, mantengono e intrecciano nuove relazioni con frequenti spostamenti tra Oriente e Occidente, tra legati imperiali, ambasciatori di casa Asburgica e il sultano Solimano II.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.