Negli studi microzonazione sismica, in generale, uno dei parametri principali per la caratterizzazione dei terreni e per la modellazione della risposta sismica dei siti è il valore di velocità di propagazione delle onde di taglio nei mezzi. Per la determinazione di questo parametro (a bassi livelli di deformazione) vengono di solito impiegate diverse tecniche sismiche in foro o prospezioni di superficie (quali SASW o FK) mediante l’utilizzo di onde superficiali. La sismica a rifrazione con onde di taglio, invece, ha trovato un discreto campo di applicabilità soltanto nel corso degli ultimi anni. Il vantaggio principale derivante dall’utilizzo di indagini in grado di caratterizzare il terreno in termini di onde SH (oltre ai costi poco elevati di esecuzione ed elaborazione dati), è relativo alla capacità di queste onde di non subire trasmutazione in corrispondenza della superficie di contatto tra due mezzi a diversa rigidità sismica, supponendo che la distribuzione delle velocità sismiche sia crescente con la profondità (la tecnica non è in grado di informare su eventuali inversioni di velocità). La caratterizzazione del terreno tramite sismica a rifrazione in onde SH richiede, però, specifiche tecniche dettagliate, soprattutto per quanto riguarda le modalità di generazione del segnale. Nel presente lavoro vengono illustrati alcuni casi di indagine tramite sismica a rifrazione in onde SH (estrapolati dalla casistica del Progetto VEL – Toscana) al fine di valutare sia i vantaggi scaturiti dall’applicazione di tale metodologia, sia alcune problematiche derivanti dalla presenza di particolari condizioni geologico-tecniche sepolte in grado di ingenerare limiti intrinseci alla metodologia stessa.

Applicabilità delle tecniche di sismica a rifrazione in onde SH per la valutazione della risposta sismica locale

TORRESE, PATRIZIO;
2007-01-01

Abstract

Negli studi microzonazione sismica, in generale, uno dei parametri principali per la caratterizzazione dei terreni e per la modellazione della risposta sismica dei siti è il valore di velocità di propagazione delle onde di taglio nei mezzi. Per la determinazione di questo parametro (a bassi livelli di deformazione) vengono di solito impiegate diverse tecniche sismiche in foro o prospezioni di superficie (quali SASW o FK) mediante l’utilizzo di onde superficiali. La sismica a rifrazione con onde di taglio, invece, ha trovato un discreto campo di applicabilità soltanto nel corso degli ultimi anni. Il vantaggio principale derivante dall’utilizzo di indagini in grado di caratterizzare il terreno in termini di onde SH (oltre ai costi poco elevati di esecuzione ed elaborazione dati), è relativo alla capacità di queste onde di non subire trasmutazione in corrispondenza della superficie di contatto tra due mezzi a diversa rigidità sismica, supponendo che la distribuzione delle velocità sismiche sia crescente con la profondità (la tecnica non è in grado di informare su eventuali inversioni di velocità). La caratterizzazione del terreno tramite sismica a rifrazione in onde SH richiede, però, specifiche tecniche dettagliate, soprattutto per quanto riguarda le modalità di generazione del segnale. Nel presente lavoro vengono illustrati alcuni casi di indagine tramite sismica a rifrazione in onde SH (estrapolati dalla casistica del Progetto VEL – Toscana) al fine di valutare sia i vantaggi scaturiti dall’applicazione di tale metodologia, sia alcune problematiche derivanti dalla presenza di particolari condizioni geologico-tecniche sepolte in grado di ingenerare limiti intrinseci alla metodologia stessa.
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