Giambattista Biffi, ultimo discendente di una nobile famiglia cremonese, fu tra Settecento e Ottocento figura di rilievo negli ambienti politici e culturali della Lombardia austriaca. All’impegno politico e alla vasta cultura letteraria egli affiancò sempre un grande interesse per l’arte, che si espresse tramite un’intensa attività collezionistica e la stesura di alcuni scritti, rimasti inediti. Di particolare interesse le Lettere d’antiquaria e pittoriche, raccolta ispirata al fortunato genere dell’epistolografia fittizia, offrono riflessioni teoriche sulle arti e sulle tecniche artistiche. La Lettera prima sulla maniera di conoscere i quadri, qui trascritta e pubblicata, costituisce un tassello inedito del dibattito settecentesco sulla connoisseurship, sulle scuole pittoriche e sul rapporto tra originali e copie, rivelando tra l’altro l’importanza e la diffusione delle teorie formulate dal critico francese Roger de Piles quasi un secolo prima.
"Lettera prima sulla maniera di conoscere i quadri". Riflessioni di Giambattista Biffi sulla figura del conoscitore
Monica Visioli
2021-01-01
Abstract
Giambattista Biffi, ultimo discendente di una nobile famiglia cremonese, fu tra Settecento e Ottocento figura di rilievo negli ambienti politici e culturali della Lombardia austriaca. All’impegno politico e alla vasta cultura letteraria egli affiancò sempre un grande interesse per l’arte, che si espresse tramite un’intensa attività collezionistica e la stesura di alcuni scritti, rimasti inediti. Di particolare interesse le Lettere d’antiquaria e pittoriche, raccolta ispirata al fortunato genere dell’epistolografia fittizia, offrono riflessioni teoriche sulle arti e sulle tecniche artistiche. La Lettera prima sulla maniera di conoscere i quadri, qui trascritta e pubblicata, costituisce un tassello inedito del dibattito settecentesco sulla connoisseurship, sulle scuole pittoriche e sul rapporto tra originali e copie, rivelando tra l’altro l’importanza e la diffusione delle teorie formulate dal critico francese Roger de Piles quasi un secolo prima.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.