Introduzione. I disturbi muscolo-scheletrici (DMS) sono un ampio gruppo di affezioni dell’apparato locomotore, e delle strutture vascolari e nervose a esso afferenti. Caratterizzati da eziologia multifattoriale, essi sono spesso concausati dall’attività lavorativa. I DMS pongono delicati problemi diagnostici e medico-legali, comportano gravi conseguenze economiche e sociali, e generano problemi valutativi complessi in merito al giudizio d’idoneità alla mansione. Obiettivi. 1) Analisi della casistica recente, afferente al nostro Istituto, relativa a valutazioni di secondo livello (ex art. 39, comma 5 del D.lgs. 81/2008) per “idoneità difficili” in lavoratori affetti da DMS. 2) Identificazione di eventuali mutamenti temporali, mediante confronto con la casistica degli anni precedenti. Metodi. Tra le richieste di visita ex art. 39 afferite tra febbraio 2014 e aprile 2021, sono stati analizzati i DMS che hanno richiesto valutazione funzionale fisiatrica, raccogliendo –per ciascun paziente– i dati riguardanti diagnosi, distretti corporei interessati, mansioni svolte e indicazioni per l’idoneità alla mansione formulate al termine dell’iter valutativo. Risultati. Nel periodo considerato, sono state effettuate 235 valutazioni ex art. 39, delle quali 96 (40,9 %) per DMS con necessità di consulenza fisiatrica. Il campione così identificato (55 maschi e 41 femmine; età media: 49,4 anni) comprendeva 67 operai, 19 operatori sanitari, 8 impiegati e 2 autisti. Tali lavoratori in genere presentavano più di una patologia, talora con coinvolgimento di diversi distretti corporei. In totale sono state diagnosticate 153 patologie. Al termine dell’iter valutativo, 10 soggetti sono stati ritenuti non idonei alla mansione (in 4 casi temporaneamente), con indicazioni per un possibile ricollocamento. I restanti 86 sono stati valutati idonei, in 77 casi con limitazioni e/o prescrizioni, riguardanti, in 69, aspetti ergonomici e posturali: movimentazione manuale di carichi, movimenti ripetitivi, posture incongrue, posture fisse prolungate, deambulazione protratta, sollecitazioni biomeccaniche. Le altre limitazioni/prescrizioni erano relative a: pause durante il lavoro (n = 12), aspetti organizzativi (n = 9), vibrazioni (n = 8), turni notturni (n = 6), lavoro straordinario (n = 3), lavoro in quota (n = 3), guida di carrelli o mezzi aziendali (n = 4), microclima (n = 2), utilizzo di ausili (n = 6). Conclusioni. I dati ottenuti sono molto simili a quelli di un analogo studio effettuato nel 2014. Essi confermano la perdurante difficoltà di gestione dei DMS da parte del Medico Competente aziendale, soprattutto per lavoratori manuali, a maggior impegno biomeccanico. La valutazione di secondo livello (ex art. 39), con la collaborazione di un fisiatra esperto in ergonomia, si dimostra assai utile per superare tale difficoltà. Con tale approccio, infatti, nella grande maggioranza dei casi è possibile la prosecuzione dell’attività lavorativa senza cambio di mansione, nel rispetto di limitazioni e prescrizioni, formulate dopo accurata valutazione funzionale interdisciplinare.

Disturbi muscolo-scheletrici e valutazioni di secondo livello per idoneità alla mansione: studio casistico

Daniela Rosanna Bellini
Writing – Original Draft Preparation
;
Monica Panigazzi
Investigation
;
Giulia Crisafulli
Investigation
;
Alessia Gallozzi
Investigation
;
Giovanni Malgara
Investigation
;
Stefano M. Candura
Supervision
2021-01-01

Abstract

Introduzione. I disturbi muscolo-scheletrici (DMS) sono un ampio gruppo di affezioni dell’apparato locomotore, e delle strutture vascolari e nervose a esso afferenti. Caratterizzati da eziologia multifattoriale, essi sono spesso concausati dall’attività lavorativa. I DMS pongono delicati problemi diagnostici e medico-legali, comportano gravi conseguenze economiche e sociali, e generano problemi valutativi complessi in merito al giudizio d’idoneità alla mansione. Obiettivi. 1) Analisi della casistica recente, afferente al nostro Istituto, relativa a valutazioni di secondo livello (ex art. 39, comma 5 del D.lgs. 81/2008) per “idoneità difficili” in lavoratori affetti da DMS. 2) Identificazione di eventuali mutamenti temporali, mediante confronto con la casistica degli anni precedenti. Metodi. Tra le richieste di visita ex art. 39 afferite tra febbraio 2014 e aprile 2021, sono stati analizzati i DMS che hanno richiesto valutazione funzionale fisiatrica, raccogliendo –per ciascun paziente– i dati riguardanti diagnosi, distretti corporei interessati, mansioni svolte e indicazioni per l’idoneità alla mansione formulate al termine dell’iter valutativo. Risultati. Nel periodo considerato, sono state effettuate 235 valutazioni ex art. 39, delle quali 96 (40,9 %) per DMS con necessità di consulenza fisiatrica. Il campione così identificato (55 maschi e 41 femmine; età media: 49,4 anni) comprendeva 67 operai, 19 operatori sanitari, 8 impiegati e 2 autisti. Tali lavoratori in genere presentavano più di una patologia, talora con coinvolgimento di diversi distretti corporei. In totale sono state diagnosticate 153 patologie. Al termine dell’iter valutativo, 10 soggetti sono stati ritenuti non idonei alla mansione (in 4 casi temporaneamente), con indicazioni per un possibile ricollocamento. I restanti 86 sono stati valutati idonei, in 77 casi con limitazioni e/o prescrizioni, riguardanti, in 69, aspetti ergonomici e posturali: movimentazione manuale di carichi, movimenti ripetitivi, posture incongrue, posture fisse prolungate, deambulazione protratta, sollecitazioni biomeccaniche. Le altre limitazioni/prescrizioni erano relative a: pause durante il lavoro (n = 12), aspetti organizzativi (n = 9), vibrazioni (n = 8), turni notturni (n = 6), lavoro straordinario (n = 3), lavoro in quota (n = 3), guida di carrelli o mezzi aziendali (n = 4), microclima (n = 2), utilizzo di ausili (n = 6). Conclusioni. I dati ottenuti sono molto simili a quelli di un analogo studio effettuato nel 2014. Essi confermano la perdurante difficoltà di gestione dei DMS da parte del Medico Competente aziendale, soprattutto per lavoratori manuali, a maggior impegno biomeccanico. La valutazione di secondo livello (ex art. 39), con la collaborazione di un fisiatra esperto in ergonomia, si dimostra assai utile per superare tale difficoltà. Con tale approccio, infatti, nella grande maggioranza dei casi è possibile la prosecuzione dell’attività lavorativa senza cambio di mansione, nel rispetto di limitazioni e prescrizioni, formulate dopo accurata valutazione funzionale interdisciplinare.
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