Il contributo esamina anzitutto il ruolo che Aristotele assegna alla tirannide nel suo sistema di classificazione delle costituzioni: essa viene intesa come la deviazione della monarchia e presenta elementi in comune con gli altri regimi deviati, come la democrazia estrema e l'oligarchia. L'analisi si concentra poi sui passi del libro V della "Politica" in cui Aristotele indaga i processi attraverso cui una tirannide si instaura, facendo riferimento a numerosi esempi storici. Infine, vengono esaminati i capitoli 10 e 11, sempre del libro V, in cui si studiano le modalità con cui un regime tirannico si mantiene o viene rovesciato. Di particolare interesse è, nel cap. 11, la rassegna dei mezzi con cui il tiranno può conservare il proprio potere: oltre alle tradizionali misure repressive, Aristotele suggerisce che il tiranno stesso debba impersonare il ruolo del buon sovrano, preoccupato del bene comune. In questa luce, appare chiaro che, benché sia ritenuto da Aristotele un regime negativo, la tirannide può essere giustificata, nella misura in cui fa parte della realtà contemporanea, che vede la presenza crescente di forme di potere assoluto.
La tirannide nella "Politica" di Aristotele
GASTALDI, SILVIA
2009-01-01
Abstract
Il contributo esamina anzitutto il ruolo che Aristotele assegna alla tirannide nel suo sistema di classificazione delle costituzioni: essa viene intesa come la deviazione della monarchia e presenta elementi in comune con gli altri regimi deviati, come la democrazia estrema e l'oligarchia. L'analisi si concentra poi sui passi del libro V della "Politica" in cui Aristotele indaga i processi attraverso cui una tirannide si instaura, facendo riferimento a numerosi esempi storici. Infine, vengono esaminati i capitoli 10 e 11, sempre del libro V, in cui si studiano le modalità con cui un regime tirannico si mantiene o viene rovesciato. Di particolare interesse è, nel cap. 11, la rassegna dei mezzi con cui il tiranno può conservare il proprio potere: oltre alle tradizionali misure repressive, Aristotele suggerisce che il tiranno stesso debba impersonare il ruolo del buon sovrano, preoccupato del bene comune. In questa luce, appare chiaro che, benché sia ritenuto da Aristotele un regime negativo, la tirannide può essere giustificata, nella misura in cui fa parte della realtà contemporanea, che vede la presenza crescente di forme di potere assoluto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.