Nel 1805, in una Pavia attraversata dai cambiamenti culturali e politici del periodo napoleonico, la figlia adolescente di uno stimato contabile, Francesca "Cecchina" Sioli, venne calunniata, in circostanze poco chiare, da un ignoto - e vendicativo - corteggiatore respinto. La famiglia allontanò la giovane dalla città, probabilmente con la convinzione che con il tempo le malelingue si sarebbero placate. Cecchina venne affidata, come figlia adottiva, a Cesare Dones, erudito milanese, in passato intestatario di una tipografia "patriottica", che si trovava di passaggio a Pavia, prima di stabilirsi a Orzinuovi, nel Bresciano, dove aveva ricevuto l’incarico di segretario della municipalità. Dones divenne un genitore premuroso per la ragazza e, insieme, dopo Orzinuovi, abitarono a Milano per circa due anni, per poi far ritorno a Pavia, dove Dones ottenne, nel 1810, la cattedra di storia e di geografia presso la Scuola Militare. Il particolare "inspiegabile" di questa adozione è rappresentato dalla scarsa differenza di età tra i due protagonisti della vicenda: essendo Dones nato nel 1777 e la Sioli nel 1788, vi erano solo undici anni a separarli (e questo non era l’unico requisito previsto dal Code Napoléon che non possedevano). Non c’è quindi da stupirsi se la legge non li riconobbe mai come padre e figlia, anche se l’affetto di Dones - a detta di Cecchina e della loro cerchia di amici - fu sempre e solo puramente genitoriale: a quanto sembra, i due non presero mai neppure in considerazione l’ipotesi di poter diventare marito e moglie. Il saggio analizza la corrispondenza personale del Dones e della Sioli con parenti, amici, vicini di casa, ammiratori di lei, colleghi di lui (talvolta di alta levatura). I carteggi, conservati presso l’Archivio Storico Civico di Pavia, divengono così le istantanee di due vite intricate e talvolta misteriose.

«Mio caro affettuosissimo padre!». Una complicata adozione nella pavia napoleonica

Fagnani, Martino Lorenzo
2014-01-01

Abstract

Nel 1805, in una Pavia attraversata dai cambiamenti culturali e politici del periodo napoleonico, la figlia adolescente di uno stimato contabile, Francesca "Cecchina" Sioli, venne calunniata, in circostanze poco chiare, da un ignoto - e vendicativo - corteggiatore respinto. La famiglia allontanò la giovane dalla città, probabilmente con la convinzione che con il tempo le malelingue si sarebbero placate. Cecchina venne affidata, come figlia adottiva, a Cesare Dones, erudito milanese, in passato intestatario di una tipografia "patriottica", che si trovava di passaggio a Pavia, prima di stabilirsi a Orzinuovi, nel Bresciano, dove aveva ricevuto l’incarico di segretario della municipalità. Dones divenne un genitore premuroso per la ragazza e, insieme, dopo Orzinuovi, abitarono a Milano per circa due anni, per poi far ritorno a Pavia, dove Dones ottenne, nel 1810, la cattedra di storia e di geografia presso la Scuola Militare. Il particolare "inspiegabile" di questa adozione è rappresentato dalla scarsa differenza di età tra i due protagonisti della vicenda: essendo Dones nato nel 1777 e la Sioli nel 1788, vi erano solo undici anni a separarli (e questo non era l’unico requisito previsto dal Code Napoléon che non possedevano). Non c’è quindi da stupirsi se la legge non li riconobbe mai come padre e figlia, anche se l’affetto di Dones - a detta di Cecchina e della loro cerchia di amici - fu sempre e solo puramente genitoriale: a quanto sembra, i due non presero mai neppure in considerazione l’ipotesi di poter diventare marito e moglie. Il saggio analizza la corrispondenza personale del Dones e della Sioli con parenti, amici, vicini di casa, ammiratori di lei, colleghi di lui (talvolta di alta levatura). I carteggi, conservati presso l’Archivio Storico Civico di Pavia, divengono così le istantanee di due vite intricate e talvolta misteriose.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1497076
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