Il polimorfismo cromatico è un fenomeno comune controllato geneticamente e il processo che genera e mantiene i morfi può influenzare i tassi di speciazione/estinzione. Le colorazioni sono segnali utilizzati nella comunicazione intraspecifica perché forniscono informazioni riguardo le strategie alternative e possono ridurre i potenziali rischi legati a conflitti non necessari. La competizione e le interazioni aggressive tra i morfi possono contribuire al mantenimento del polimorfismo cromatico. Ciò può portare ad una distribuzione spaziale non uniforme dei morfi in una popolazione, perché la frequenza locale dei morfi stabilisce l’intensità della competizione e la fitness di ciascun maschio. Abbiamo utilizzato la lucertola polimorfica Podarcis muralis per verificare se l’aggressività vari tra i morfi sulla base di due ipotesi contrastanti: un’aggressività omomorfica contro una eteromorfica. Abbiamo usato il test dello specchio dopo aver manipolato i colori e abbiamo verificato la consistenza dei risultati con l’analisi della distribuzione spaziale dei morfi in una popolazione selvatica. Entrambi gli esperimenti hanno confermato che l’aggressività è più comune durante i conflitti omomorfici rispetto a quelli eteromorfici. L’adozione di strategie comportamentali alternative che minimizzino i rischi e i costi, potrebbe facilitare la coesistenza stabile dei fenotipi e ridurre la competizione. Uno sbilanciamento dell’aggressività avvantaggerebbe il morfo più raro, che subirebbe meno attacchi dai morfi più comuni, ottenendo un vantaggio nella fitness. Questo processo sarebbe frequenza-negativa dipendente e stabilizzerebbe il polimorfismo, contribuendo, probabilmente, alla speciazione simpatrica.
Incontri ravvicinati dei tre morfi: il ruolo del colore nell'aggressività di una lucertola polimorfica
Marco Mangiacotti;Roberto Sacchi;Alan Coladonato;Mattia Falaschi;Matteo Crozi;Cesare Perotti;Francesco Zucca;
2022-01-01
Abstract
Il polimorfismo cromatico è un fenomeno comune controllato geneticamente e il processo che genera e mantiene i morfi può influenzare i tassi di speciazione/estinzione. Le colorazioni sono segnali utilizzati nella comunicazione intraspecifica perché forniscono informazioni riguardo le strategie alternative e possono ridurre i potenziali rischi legati a conflitti non necessari. La competizione e le interazioni aggressive tra i morfi possono contribuire al mantenimento del polimorfismo cromatico. Ciò può portare ad una distribuzione spaziale non uniforme dei morfi in una popolazione, perché la frequenza locale dei morfi stabilisce l’intensità della competizione e la fitness di ciascun maschio. Abbiamo utilizzato la lucertola polimorfica Podarcis muralis per verificare se l’aggressività vari tra i morfi sulla base di due ipotesi contrastanti: un’aggressività omomorfica contro una eteromorfica. Abbiamo usato il test dello specchio dopo aver manipolato i colori e abbiamo verificato la consistenza dei risultati con l’analisi della distribuzione spaziale dei morfi in una popolazione selvatica. Entrambi gli esperimenti hanno confermato che l’aggressività è più comune durante i conflitti omomorfici rispetto a quelli eteromorfici. L’adozione di strategie comportamentali alternative che minimizzino i rischi e i costi, potrebbe facilitare la coesistenza stabile dei fenotipi e ridurre la competizione. Uno sbilanciamento dell’aggressività avvantaggerebbe il morfo più raro, che subirebbe meno attacchi dai morfi più comuni, ottenendo un vantaggio nella fitness. Questo processo sarebbe frequenza-negativa dipendente e stabilizzerebbe il polimorfismo, contribuendo, probabilmente, alla speciazione simpatrica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.