Il contributo nasce da un lavoro di schedatura e classificazione della produzione a stampa volto ad indagare il peso e il ruolo che l’apporto strumentale venne a significare nella musica sacra italiana del primo Seicento di ambito settentrionale e nel mottetto in modo particolare, nel periodo compreso tra la fine del Cinquecento fino alla peste del 1629-30. Attraverso l’analisi di una sessantina di edizioni contenenti almeno un mottetto con strumenti vengono evidenziate le diverse tipologie presenti soprattutto nei primi quindici-venti anni del XVII (sostituzione, sovrapposizione, accostamento, interazione, ad libitum, integrazione) e del diverso strumentario richiesto, prima dell’affermazione definitiva della coppia di violini. I primi risultati evidenziano: 1) l’evidente dislivello tra quanto è ricavabile dalle fonti archivistiche (organici stabili, pagamenti straordinari, descrizioni di festività etc.) e ciò che si trova nei testimoni musicali a stampa, ancor più evidente se si prendono in considerazione realtà importanti come S. Marco a Venezia o S. Maria Maggiore a Bergamo; 2) un’ulteriore sottolineatura dell’aspetto funzionale tipico del mottetto concertato per poche voci e basso continuo destinato al piccolo contesto di provincia o anche cittadino; 3) all’opposto, l’indagine delle possibilità che gli strumenti offrono per la creazione di uno stile concertato mediamente ‘grandioso’ (pur nell’ambito di organici non particolarmente ampi) da parte di alcuni compositori particolarmente inclini alla sperimentazione, come Pietro Lappi, Giovanni Francesco Capello e Leone Leoni, attivi rispettivamente a Brescia e a Vicenza. In appendice è proposto un confronto tra due mottetti con violini obbligati di Lappi, maestro di cappella in S. Maria delle Grazie a Brescia, e di Capello, organista nella medesima istituzione, editi rispettivamente nel 1614 e nel 1615, che presentano un interessante caso di intertestualità.
Strumenti e forme strumentali nel mottetto italiano del primo Seicento: alcune riflessioni. Con una nota su "Incipite Domino" di Pietro Lappi
TIBALDI, RODOBALDO
2010-01-01
Abstract
Il contributo nasce da un lavoro di schedatura e classificazione della produzione a stampa volto ad indagare il peso e il ruolo che l’apporto strumentale venne a significare nella musica sacra italiana del primo Seicento di ambito settentrionale e nel mottetto in modo particolare, nel periodo compreso tra la fine del Cinquecento fino alla peste del 1629-30. Attraverso l’analisi di una sessantina di edizioni contenenti almeno un mottetto con strumenti vengono evidenziate le diverse tipologie presenti soprattutto nei primi quindici-venti anni del XVII (sostituzione, sovrapposizione, accostamento, interazione, ad libitum, integrazione) e del diverso strumentario richiesto, prima dell’affermazione definitiva della coppia di violini. I primi risultati evidenziano: 1) l’evidente dislivello tra quanto è ricavabile dalle fonti archivistiche (organici stabili, pagamenti straordinari, descrizioni di festività etc.) e ciò che si trova nei testimoni musicali a stampa, ancor più evidente se si prendono in considerazione realtà importanti come S. Marco a Venezia o S. Maria Maggiore a Bergamo; 2) un’ulteriore sottolineatura dell’aspetto funzionale tipico del mottetto concertato per poche voci e basso continuo destinato al piccolo contesto di provincia o anche cittadino; 3) all’opposto, l’indagine delle possibilità che gli strumenti offrono per la creazione di uno stile concertato mediamente ‘grandioso’ (pur nell’ambito di organici non particolarmente ampi) da parte di alcuni compositori particolarmente inclini alla sperimentazione, come Pietro Lappi, Giovanni Francesco Capello e Leone Leoni, attivi rispettivamente a Brescia e a Vicenza. In appendice è proposto un confronto tra due mottetti con violini obbligati di Lappi, maestro di cappella in S. Maria delle Grazie a Brescia, e di Capello, organista nella medesima istituzione, editi rispettivamente nel 1614 e nel 1615, che presentano un interessante caso di intertestualità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.