Noto già alla fine del XVIII secolo, perché riutilizzato come fontana nel giardino dei Frati della Consolata di Vercelli, il sarcofago di Lollia Procla, in marmo bianco, si inserisce nella tipologia di avelli con tabula ansata sorretta da due eroti dolenti, notissima in Cisalpina. Stefano Rocchi presenterà un’edizione, basata su una recente autopsia, una traduzione e un commento del testo, con particolare attenzione agli aspetti multisensoriali evocati dal carme (suoni, colori, materialità della pietra), mentre Maria Elena Gorrini proporrà considerazioni di carattere storico-archeologico, partendo proprio dalla nuova traduzione, nel tentativo di formulare nuove ipotesi sul monumento, in termini di committenza, esecuzione, e contesto finale di esposizione.
Il sarcofago e il carme di Lollia Procla (CIL V 6693 = CLE 610): una deposizione multisensoriale
Maria Elena Gorrini;Stefano Rocchi
2025-01-01
Abstract
Noto già alla fine del XVIII secolo, perché riutilizzato come fontana nel giardino dei Frati della Consolata di Vercelli, il sarcofago di Lollia Procla, in marmo bianco, si inserisce nella tipologia di avelli con tabula ansata sorretta da due eroti dolenti, notissima in Cisalpina. Stefano Rocchi presenterà un’edizione, basata su una recente autopsia, una traduzione e un commento del testo, con particolare attenzione agli aspetti multisensoriali evocati dal carme (suoni, colori, materialità della pietra), mentre Maria Elena Gorrini proporrà considerazioni di carattere storico-archeologico, partendo proprio dalla nuova traduzione, nel tentativo di formulare nuove ipotesi sul monumento, in termini di committenza, esecuzione, e contesto finale di esposizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


