Esamina il lascito musicografico di Cardano - e in particolare il "De musica" pubblicato nel vol. X degli "Opera Omnia" e il "De musica" tràdito dal ms. Lat. 5850 della Biblioteca Apostolica Vaticana -, relazionandolo agli interessi scientifici generali dell'autore e alla posizione della musica nel sistema culturale del tempo. Dal punto di vista del contenuto, mostra come l’approccio musicografico di Cardano si caratterizzi per una peculiare combinazione di elementi della tradizione pitagorico-boeziana e di nuove idee d’origine aristotelica circa i sensi e la percezione che danno luogo a esiti spesso originali in tema di psicagogia della musica e a proposito del ruolo sociale e politico dell’arte. Dal punto di vista della tradizione dei testi, mette in rilievo innanzitutto come i due "De musica" debbano essere considerati opere indipendenti, e quindi come il "De musica" manoscritto risulti essere non una copia (preliminare) bensì un compendio dei “libri quinque musicae” che Cardano, nella sua autobiografia, afferma d’aver composto nel 1546. A complemento della trattazione il saggio presenta infine una nuova edizione del mottetto "Beati estis, sancti Dei omnes" pure composto da Cardano e contenuto in unicum nel manoscritto vaticano.

Gerolamo Cardano 'musicus'

SABAINO, DANIELE
2003-01-01

Abstract

Esamina il lascito musicografico di Cardano - e in particolare il "De musica" pubblicato nel vol. X degli "Opera Omnia" e il "De musica" tràdito dal ms. Lat. 5850 della Biblioteca Apostolica Vaticana -, relazionandolo agli interessi scientifici generali dell'autore e alla posizione della musica nel sistema culturale del tempo. Dal punto di vista del contenuto, mostra come l’approccio musicografico di Cardano si caratterizzi per una peculiare combinazione di elementi della tradizione pitagorico-boeziana e di nuove idee d’origine aristotelica circa i sensi e la percezione che danno luogo a esiti spesso originali in tema di psicagogia della musica e a proposito del ruolo sociale e politico dell’arte. Dal punto di vista della tradizione dei testi, mette in rilievo innanzitutto come i due "De musica" debbano essere considerati opere indipendenti, e quindi come il "De musica" manoscritto risulti essere non una copia (preliminare) bensì un compendio dei “libri quinque musicae” che Cardano, nella sua autobiografia, afferma d’aver composto nel 1546. A complemento della trattazione il saggio presenta infine una nuova edizione del mottetto "Beati estis, sancti Dei omnes" pure composto da Cardano e contenuto in unicum nel manoscritto vaticano.
2003
9788888936017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/18189
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