I campioni presentati in questo lavoro provengono per la maggior parte da Leptis Magna e in particolare dal sito del Tempio Flavio, esplorato a partire dagli anni Sessanta del XX secolo da una missione italiana, fondata dal Prof. Antonino Di Vita, diretta negli ultimi 20 anni dall’architetto Enrica Fiandra e successivamente dalla Dott. Anna Maria Dolciotti. Leptis Magna è il principale insediamento urbano della Tripolitania, già frequentato come emporio fenicio all’inizio del I millennio a.C., sottomesso a Cartagine e quindi a Roma, colonia romana dall’epoca di Traiano. Arricchito di fastosi complessi monumentali da Settimio Severo, è stato abbandonato definitivamente molto dopo la conquista araba, nell’XI sec. d.C. Ancora oggi non è possibile tracciare un quadro d’insieme della cultura materiale, neppure in relazione a periodi circoscritti. Le tipologie di reperti restituiti dallo scavo archeologico del Tempio Flavio di Leptis Magna e la loro abbondanza numerica tra i reperti dello scavo permettono di sostenere l’ipotesi di una lavorazione secondaria del vetro “in loco”. I valori molto bassi di MgO e K2O individuano il natron come fondente per la produzione vetraria. I contenuti di CaO e Al2O3, indicativi della componente vetrificante, mostrano una forte dispersione dei dati, a sostenere l’ipotesi che a Leptis Magna veniva lavorato, nelle officine secondarie, vetro proveniente da differenti località nell’ambito del bacino del Mediterraneo. Tale ipotesi andrebbe avvalorata attraverso una estensione dei reperti da indagare, per acquisire una statistica più ampia in riferimento alla presenza, nel sito, di differenti sottogruppi composizionali.
Analisi archeometriche su campioni da centri urbani del Mediterraneo: Leptis Magna e Tyros
MACCABRUNI, CLAUDIA;RICCARDI, MARIA PIA
2011-01-01
Abstract
I campioni presentati in questo lavoro provengono per la maggior parte da Leptis Magna e in particolare dal sito del Tempio Flavio, esplorato a partire dagli anni Sessanta del XX secolo da una missione italiana, fondata dal Prof. Antonino Di Vita, diretta negli ultimi 20 anni dall’architetto Enrica Fiandra e successivamente dalla Dott. Anna Maria Dolciotti. Leptis Magna è il principale insediamento urbano della Tripolitania, già frequentato come emporio fenicio all’inizio del I millennio a.C., sottomesso a Cartagine e quindi a Roma, colonia romana dall’epoca di Traiano. Arricchito di fastosi complessi monumentali da Settimio Severo, è stato abbandonato definitivamente molto dopo la conquista araba, nell’XI sec. d.C. Ancora oggi non è possibile tracciare un quadro d’insieme della cultura materiale, neppure in relazione a periodi circoscritti. Le tipologie di reperti restituiti dallo scavo archeologico del Tempio Flavio di Leptis Magna e la loro abbondanza numerica tra i reperti dello scavo permettono di sostenere l’ipotesi di una lavorazione secondaria del vetro “in loco”. I valori molto bassi di MgO e K2O individuano il natron come fondente per la produzione vetraria. I contenuti di CaO e Al2O3, indicativi della componente vetrificante, mostrano una forte dispersione dei dati, a sostenere l’ipotesi che a Leptis Magna veniva lavorato, nelle officine secondarie, vetro proveniente da differenti località nell’ambito del bacino del Mediterraneo. Tale ipotesi andrebbe avvalorata attraverso una estensione dei reperti da indagare, per acquisire una statistica più ampia in riferimento alla presenza, nel sito, di differenti sottogruppi composizionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.