Per lungo tempo ci si è interrogati se e in quale misura i CLN avessero costituito una possibile e reale alternativa di potere ai tradizionali organi dello Stato. Ammettere – sulla scorta della storiografia più accreditata - che essi non furono mai – per ragioni oggettive e soggettive – una concreta alternativa, non vuol dire disconoscere il significato di un’esperienza. Ma, altresì, non deve impedire il con gli echi di posizioni dottrinarie e culturali, che, pure, avrebbero voluto vedere nei CLN il nucleo di un nuovo stato democratico e decentrato, e, soprattutto, con una prassi di governo (e di amministrazione) che, rispetto al tema centralismo/federalismo/decentramento, non manca di offrire spunti di grande interesse. Se la Resistenza era stata pressoché unanime nel rivendicare decentramento e autonomie locali, è proprio intorno alla formula e, ancor più, all’esperienza dei CLN che si gioca una partita di non piccolo significato. Il saggio suggerisce e sviluppa almeno quattro diversi livelli di lettura: quello che attiene a diffuse istanze di autogoverno locale, spesso in bilico tra voglia di decentramento e vero e proprio spirito separatista; quello che, nel bel mezzo dello scenario post insurrezionale, porta a collegare il mutamento dell’identità istituzionale dei CLN (la cosiddetta “fase consultiva”) con il più intenso sforzo di proiezione verso l’esterno; quello che fa sostanzialmente coincidere l’istanza per l’autonomia locale con l’autonomia regionale; quello che, infine, prova a coniugare l’istanza autonomista a più vasti e compiuti orizzonti federalisti.
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Titolo: | L'altro Stato. Autonomismo, federalismo, regionalismo nell'esperienza dei CNL |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2005 |
Abstract: | Per lungo tempo ci si è interrogati se e in quale misura i CLN avessero costituito una possibile e reale alternativa di potere ai tradizionali organi dello Stato. Ammettere – sulla scorta della storiografia più accreditata - che essi non furono mai – per ragioni oggettive e soggettive – una concreta alternativa, non vuol dire disconoscere il significato di un’esperienza. Ma, altresì, non deve impedire il con gli echi di posizioni dottrinarie e culturali, che, pure, avrebbero voluto vedere nei CLN il nucleo di un nuovo stato democratico e decentrato, e, soprattutto, con una prassi di governo (e di amministrazione) che, rispetto al tema centralismo/federalismo/decentramento, non manca di offrire spunti di grande interesse. Se la Resistenza era stata pressoché unanime nel rivendicare decentramento e autonomie locali, è proprio intorno alla formula e, ancor più, all’esperienza dei CLN che si gioca una partita di non piccolo significato. Il saggio suggerisce e sviluppa almeno quattro diversi livelli di lettura: quello che attiene a diffuse istanze di autogoverno locale, spesso in bilico tra voglia di decentramento e vero e proprio spirito separatista; quello che, nel bel mezzo dello scenario post insurrezionale, porta a collegare il mutamento dell’identità istituzionale dei CLN (la cosiddetta “fase consultiva”) con il più intenso sforzo di proiezione verso l’esterno; quello che fa sostanzialmente coincidere l’istanza per l’autonomia locale con l’autonomia regionale; quello che, infine, prova a coniugare l’istanza autonomista a più vasti e compiuti orizzonti federalisti. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11571/26329 |
ISBN: | 9788815098795 |
Appare nelle tipologie: | 4.1 Contributo in Atti di convegno |